Roma – Bonino, dopo il voto, governo di larghe intese senza populisti: M5S e Lega

Emma Bonino è stata sempre, politicamente onesta ed ha prefigurato, dopo il 4 marzo, un governo di larghe intese, considerata la legge elettorale. La fondatrice di + Europa non poteva che fare delle scelte conse guenti a quella che è alla base della sua partecipazione al centrosinistra. Dopo le elezioni, la radicale prevede che ci sia un governo formato, da Pd, FI, +Europa ed altre piccole formazioni. La Bonino esclude cate goricamente i partiti populisti: M5S e Lega, dichiaratamente anti europa. La stessa leader radicale afferma, nel suo ragionamento, che con questo non è affatto felice di come funziona oggi l’Unione, ma ritiene che l’Italia, unitamente ad altre nazioni, Francia e Germania, possano tutti insieme, operare per cambiare quello che nell’Ue va riformato. Si tratta di una previsione che vedrebbe il Pd in ascesa di alcuni punti, così co me FI, + Europa e altri partiti, o parlamentari, collegati a Berlusconi. Questa maggioranza prefigurata sarebbe in grado di: garantire al Presidente della Repubblica un governo stabile e darebbe un contributo fatti vo, a Francia e Germania, per una svolta decisiva all’Unione Europea: meno burocrati, più politica per investimenti e sviluppo. L’Unione, tra l’altro, ha necessità di cambiare per dimostrare, all’America di Trump, che l’Ue c’è ed è in grado di giocare, un ruolo decisivo, nello scacchiere mondiale. Un disegno, quello previsto dalla Bonino, che non sarà mai confermato in campagna elettorale nè dal Forza Italia e nè dal Partito Democratico. I motivi sono insiti nel cercare, di prendere quanti più voti possibili per contare di più, al tavolo di una possibile trattativa su obiettivi e governo. E’ pur vero che il M5S, primo partito in Italia, potreb be trovare alleati, per un programma comune, con Lega e LeU: una somma di queste forze, che messe insieme, allo stato delle intenzioni di voto elaborate dai sondaggisti, sarebbe superiore alla coalizione prevista dalla Bonino ma c’è un particolare non trascurabile: il M5S ha sempre dichiarato che non farà mai governi con altre forze e sarebbe complicato, non tanto per Bersani e D’Alema ma per Salvini, votare sì a singoli provvedimenti, senza nessun ministro.

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