Macerata – La pistola che ha ” cantato” fa scattare l’allarme rosso in tutta l’Ue

Luca Traini, il killer degli immigrati neri, è in cella di isolamento, con l’accusa pesantissima, di strage aggravata dalle finalità di razzismo. Il fattaccio ha scosso profondamente la cittadina di Macerata, già monitora ta dalle forze dell’ordine, per il dilagare della droga nell’area denominata “Area Vasta” che comprende, per l’appunto, insieme a Macerata anche Camerino e Civitanova: 1.500 in cura per droga e in molti con una diagnosi doppia: drogati e psichiatrici. Ma, Il killer degli africani, ha scosso profondamente l’opinione pubblica, non solo nazionale. La xenofobia è presente pesantemente in Gran Bretagna, Francia e Austria dove gli episodi di scontri, anche fisici, non vengono più riportati dalla cronaca perchè non fanno più notizia. In Italia, il “caso Macerata” ha immediatamente fatto scattare l’allarme rosso a Palazzo Ghigi, Quirinale e Vi minale. In piena campagna elettorale si è temuto, giustamente, che si fossero fatti vivi emuli di Traini. Fino ad oggi questo non è avvenuto. Lo stesso Salvini, ha subito dichiarato che chi spara è un delinquente, an che se poi, ha aggiunto che, questa situazione doveva essere evitata con una immigrazione giusta e controllata. Niente di più. Anche la destra estrema non ha soffiato sul fuoco dei colpi di pistola: hanno rilanciato lo slogan: ” In Italia gli italiani, gli stranieri a casa loro”. Un linguaggio, discutibile quanto si vuole, ma non violento: un modo come un altro di affrontare il problema migranti che c’è. Unitamente a quello di un’Unio ne Europea che non è riuscita a risolvere, la spartizione degli arrivi, sulle coste italiane di una quantità elevata non solo di africani. L’importante è che, partiti e movimenti, non colgano questo fattaccio di Macerata per aizzare l’opinione pubblica. E’ altrettanto importante che gli immigrati in Italia abbiano un comportamento irreprensibile. Devono comprendere che ” sgarrando” potrebbero trovarsi in situazioni molto difficili. Crediamo che molto possa fare la Cgil che ha da tempo dei rapporti con gli immigrati e le cooperative, oltre naturalmente la Caritas che si prodiga, non poco, da pasti alla ricerca di alloggi.

Lascia una risposta