Insulti e sputi, contro il sindaco di Firenze Nardella e tentativo di senegalesi, di avviare un corteo non autorizzato, sul lungarno tra Ponte Vespucci e Ponte Vecchio. Tensione alle stelle mantenuto nei limiti da poli zia e carabinieri, che non hanno usato sfollagente, ma solo spinte con gli scudi. La situazione stava per precipitare, in una situazione ingovernabile, tra i fiorentini stizziti per quanto stava accadendo. Un uomo ha sparato, con un vecchio fucile, ed ha ucciso un uomo di colore. Un fattaccio che ha richiamato i senegalesi che volevano dimostrare, non solo la solidarietà per il loro connazionale ucciso senza alcuna ragione ma, prendere in “ostaggio” una parte della città, tra le più importanti. La stessa comunità africana aveva invitato il sindaco e Nardella è giungo sul posto, ha iniziato a parlare, ma è stato fatto oggetto di insulti e sputi che lo hanno colpito in pieno viso. A questo punto, il primo cittadino, ha lasciato la zona presidiata dai senegalesi con una frase significativa:” La storia di Firenze è per il dialogo, la città capisce la rabbia per la mor te di un uomo, ma non accetta la violenza”. I fiorentini hanno evitato che la tensione aumentasse, alimentata manco a dirlo, dai centri sociali giunti a dare man forte ai senegalesi. Ma il disagio dei fiorentini è pal pabile anche questa sera. Non c’è bar, angolo di strada dove si commenta negativamente sia l’uccisione del senegalese, colpito da un uomo chiaramente fuori di testa, e sia il trattamento riservato al sindaco Nardel la. Un episodio che non sarà perdonato facilmente, da una popolazione civile che ha accolto gli extracomunitari ai quali sono stati concessi spazi commerciali e l’inserimento nel tessuto cittadino. Gli extracomuni tari hanno giustamente protestato ma dovevano anche comprendere che si è trattato un deprecabile gravissimo incidente punito dalla magistratura. L’aggressione al sindaco e il tentativo di sfondare la barriera del le forze dell’ordine va a loro discapito.