Il Presidente Trump sta andando velocemente all’imposizione dei dazi sull’importazione di acciaio e alluminio. Non è riuscito a fermarlo nessuno e Gary Cohn ha annunciato che si dimetterà, tra alcune settimane perchè contrarissimo all’imposizione dei dazi. Eppure, lo stesso inquilino della Casa Bianca, lo ha elogiato per l’ottimo lavoro portato a termine per concludere, l’agenda dell’Amministrazione, e mettere a punto il piano di abbattimento delle tasse che sta consentendo, agli Stati Uniti, il rilancio dell’economia americana. Tra Trump e Chon c’è stato un duro scontro: il Presidente ha cercato d convincere il suo migliore collabo ratore a non dare le dimissioni e fargli passare, il provvedimento dei dazi, ma ha rimediato un ” no” secco o deciso. Per il responsabile dell’economia si tratta di un errore storico che andava evitato. Ma Trump non è uomo che torna indietro e già domani potrebbe firmare il decreto. Dai dazi non ha salvato nessuno. Colpisce duramente la Cina anche per gli investimenti negli Usa. Il Presidente sostiene che Xi Jinping continua nel furto sul fronte dei diritti di proprietà intellettuali. In Ue sono già pronte le contromisure, che viene detto a Bruxelles, ” saranno ferme e proporzionali” a quelle imposte. Da registrare che negli ambienti Ue c’è sconcerto visto che il Presidente non tiene, in alcun conto le alleanze politiche e militari, e tira dritto per la sua strada. C’era da prevedere una simile svolta, che non deve meravigliare affatto, anzi si crede che sia l’inizio, della svolta americana, che non riguarderà soltanto acciaio e alluminio ma si allargherà a tutte quelle spese che Trump ritiene non dovute, a partire dalla difesa per finire alle forniture di armi.