Di Maio, almeno fino a questa sera, è solo con il suo 32% di voti. Il centrodestra si è riunificato ed ha pronto un programma da portare al Quirinale con Salvini premier. Il M5S, a questo punto, non poteva che aprire al vituperato Pd, in buona parte renziano. Di Maio ha ingoiato tutto quello che ha affermato contro Renzi per dire:” Non è inciucio ma il tentativo di dare un governo al Paese con un contratto sottoscritto ed approvato dal Movimento e dal Pd. Salvini va con Berlusconi? Preferisce al nuovo che avanza il vecchio, cioè punta ad una vera restaurazione. Salvini sale al Quirinale, con tutto il centrodestra che è al 37 e non al 51%.”. Insomma è inutile: non avrà altri voti per poter avere la fiducia in Parlamento”. Il leader della Lega non si preoccupa più di tanto:” Se i voti non arriveranno si torna a votare. Non abbiamo paura delle urne, gli italiani sono intelligenti”. Poi Salvini aggiunge:” Nessuna discriminazione è accettabile e anche il M5S potrebbe far parte di una grande coalizione”. Di Maio riceve un no anche da Martina, segretario reggente del Pd, il quale puntualizza:” Al Presidente abbiamo già detto che non siamo forza di governo, dopo le votazioni, che ci hanno penalizzato, Poi abbiamo anche detto, dal nostro punti di vista, cosa dovrebbe fare un governo: raddoppiare il reddito di inclusione, proseguire le riforme, puntare all’occupazione per dare lavoro, quindi favorire, gli investimenti pubblici e privati”. Un modo per rimarcare le differenze con il M5S e con Di Maio che, insieme ai vertici del Movimento, non ha fatto che offendere il Pd ed il suo ex segretario. Insomma, almeno fino a questa sera, c’è un no del Pd, sia pure sofferto, ad un governo con i 5S. Salvini ha preso la palla al balzo per dire:” Un esecutivo 5 Stelle e Pd? Mi vengono i brividi ed ho i capelli dritti. Altro che inciucio”. Domani, secondo la tabella di marcia di Berlusconi, nuovo incontro ad Arcore. Non si parlerà solo della formazione del governo ma anche delle amministrative ormai prossime. In politica il silenzio è d’oro e se Di Maio lo avesse osservato insieme a Toninelli, oggi avrebbero più frecce nell’ arco. Tutto deciso? nemmeno per idea. Manca no, per una maggioranza, i voti al centrodestra e al M5S. La soluzione è lontana ed è nelle mani del Presidente Mattarella che marcia con la Costituzione in mano. A metà della prossima settimana aspetta i partiti con proposte concrete e sopratutto con una maggioranza parlamentare in grado di garantire gli italiani. Strade alternative, per il Capo dello Stato, non ci sono ed ha ragione anche se con questa legge elettorale, tornare alle urne, non avrebbe senso per un risultato scontato: nessuna forza politica avrebbe la maggioranza.