Il Presidente della Camera, Roberto Fico, domani incontrerà nuovamente, come delegato dal Presidente della Repubblica, le delegazioni del Pd, attesa nel suo ufficio alle 11 e quella del M5S che in contrerà alle 13. Nel pomeriggio Fico riferirà, al Capo dello Stato, il risultato del suo lavoro. Le differenze, tra le due forze politiche, sono considerevoli ma, il segretario reggente Martina, durante il precedente incontro ha ottenuto delle aperture, fermo restando che a decidere, sarà l’organo nazionale del partito e non, ovviamente una delegazione o segreteria. C’è da registrare che il capo del M5S, non appena ricevuta la richiesta di chiudere ogni contatto con la Lega, per la formazione di un governo, ha aderito all’invito cassando ogni trattativa con il centrodestra. Va detto che, quella tentata da Fico, non è una operazione facile, anzi è vero l’esatto contrario, ma se ci sarà, il fallimento, del secondo ” esploratore”, il Presidente ha una terza carta da giocare: un governo con tutti dentro o comunque, con una maggioranza che affronti, unitamente agli appuntamenti economici, quello di una nuova legge elettorale. Il Capo dello Stato, si comprende bene dal suo atteggiamen to, non manderà gli italiani al voto per riprodurre lo stesso stallo attuale. La fibrillazione nel centrodestra è palpabile: da una parte Salvini, vertice riconosciuto del centrodestra, sia pure con molta prudenza, ha trattato con Di Maio per un governo che comprendesse, non esponenti di FI, ma personalità di area. Berlusconi, tramite Gianni letta e il suo legale Ghedini, trattava per un governo centrodestra – Pd e non ha mancato di attaccare, in più occasioni il M5S, con lo scopo peraltro chiarissimo, di evitare di ” dialogare”, anche indirettamente, con chi lo aveva pesantemente discrimi nato. Insomma la possibilità di formare un governo è un rebus non risolto ed anzi è più complicato di prima. Martina e la delegazione Pd deve fare, inoltre i conti, con Matteo Renzi, che ha dalla sua parte la maggior parte dei parlamentari e nessuno si crede, possa pensare ad una nuova scissione del partito. Renzi ha più ragioni per opporsi ad un accordo M5S – Pd, non solo per la differen za di cultura politica ma anche perchè duramente attaccato, dagli stellati, durante il periodo in cui è stato premier ma anche successivamente quale segretario del partito. Forse l’errore maggiore il M5S lo ha fatto, coinvolgendo i parenti del leader, ancora molto potente, dei democrat. Domani è un altro giorno!