Scontro frontale Stati Uniti e Paesi produttori di acciaio e alluminio. Il Presidente Trump, come aveva preannunciato, con il suo decreto, ha fatto scattare dalle 24 di questa sera, 31 maggio, i dazi 25% su acciaio e 10% su alluminio. La giustificazione? Presto detta:” E’ così forte l’importazione a prezzi bassi che minaccia di indebolire la sicurezza nazionale”. I Paesi colpiti stanno reagendo, ad una così pesante imposizione, ma in ordine sparso. Per l’Ue, è entrato in campo il presidente della Commissione Jucker :” Questo è puro protezionismo. Abbiamo cercato di evitare questi dazi, ma ora siamo costretti a reagire. Sulla stesa scia il pre sidente del Consiglio Tajani e la commissaria Ue al commercio, Cecilia Malmstroem . che ha lamentato un atteggiamento, del capo della Casa Bianca, “ostile nei confronti di amici ed alleati di lunga data”. così come reagiranno Cina, Giappone e Messico. Il presidente della Federacciai ha dichiarato che ” I prezzi in Usa sono talmente alti, per la produzione di acciaio ed alluminio che l’importazione in Usa, sarà ancora possibile se non ci saranno altre novità”. Ma non c’è da meravigliarsi di quello che è accaduto. Il Presidente Trump, sin dal suo insediamento, ha promesso agli americani che sarebbero stati protetti e che l’occupazione sa rebbe aumentata. Una promessa che sta mantenendo tanto da ottenere, in forte aumento il consenso degli elettori, nonostante i tanti ” scandali” con donne pagate per incontri sexi. Agli americani interessa che il Presidente faccia tornare il sorriso sui loro volti e garantisca il lavoro alle famiglie. I rapporti con Cina, Europa, Messico vengono dopo, prenderanno delle contromisure ma il Presidente ha dalla sua parte un’altra opzione nei confronti dell’Ue e Giappone: le spese militari da dividere equamente tra tutti gli alleati Nato. Trump punta alla sua riconferma e l’opinione pubblica è con lui.