Il premier Conte nella bolgia del G7 giunto al capolinea. Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in difesa dei dazi imposti agli alleati europei provoca la corsa dei leader dell’Ue a rinsaldare i ranghi davanti al pericolo di un naufragio. Va detto che l’inquilino della Casa Bianca domani, cioè prima che finisca il G7, partirà alla volta di Singapore quindi non firmerà, come era consueto il documento congiunto della riunione. In verità non c’è da meravigliarsi. Si conosceva la posizione di Trump e i provvedimenti che ha preso, senza rispettare nè amici e nè alleati, da sempre nella Nato. il premier canadese, Justin Trudeau, ha cercato di mediare ma il suo compito si è rivelato subito proibitivo. Il Presidente Usa, in prima battuta ha sparigliato le carte:” La Russia nel G8 interessa tutti ” ma rimediato l’immediata risposta del portavoce di Putin, Dimi tri Peskov:” La Russia si concentra su altri format”. Quindi i lavori procedono ed è scontro Stati Uniti – Unione Europea. Trump sostiene, conti alla mano, che lo Zio Sam non c’è più ed afferma.” Non vedo l’ora di raddrizzare i conti con i Paesi del G7. Se ci riusciamo tanto meglio per noi. Gli Stati Uniti hanno un’enorme deficit commerciale con i Paesi del G7 che va spianato”. Tanto è violento lo scontro che il New York Ti mes scrive ” c’è guerra delle parole in Canada”. Chi si rivolta apertamente, al modo di agire di Trump è Macron, Presidente Francia, il quale arriva ad affermare:” Può non dispiacere all’America di rimare isolata ma nemmeno a noi dispiace di firmare un accordo a 6″. Un guanto di sfida pesante. La preoccupazione di una rottura, degli equilibri atlantici, si vede subito nella posizione di Tusk e Juncker:” Il format G7 non si tocca. Bisogna salvaguardare i principi dell’Unione europea, tra questi esiste la realtà che gli Stati europei, come la Russia, debbano rispettare le regole internazionali. Appare certo che dobbiamo riaprire un discorso con Mosca ma in altri modi”. Trump ha scatenato una bufera, prima con i dazi ed ora con il suo atteggiamento, chiaramente distaccato quasi offensivo, da alleati europei e canadesi che sono considerati soltanto pesi per l’economia degli Stati Uniti. Per ora è guerra commerciale ma presto, il Presidente Usa presenterà il conto anche nel settore militare, peraltro già accennato, subito dopo il suo insediamento alla Casa Bianca.Il New York Times si assume l’incarico di rendere nota,la preoccupazione in America ed Europa, per un “disaccordo” di queste dimensioni tra alleati storici. Ma deve anche ammettere,come stampa libera che ha un Trump che percorre la sua strada già decisa:” Prima gli americani”.