E’ errato dire che con i ballottaggi sono crollate le città rosse. Il Pd non ha nulla a che vedere, con il vecchio Pci e nemmeno con il lungo cammino, iniziato dalla Bolognina da Occhetto. Il Pd, politicamente un ogget to misterioso, che è a sinistra dello schieramento politico in Italia, come sta accadendo in tutta Europa, la sinistra è in crisi in una popolazione non più classista e trova enormi difficoltà ad agganciare i voti espressi dagli elettori molto liberi. La caduta di città, amministrate da 60 o 70 anni dalla sinistra, fanno parte del fenomeno, non compreso, dai dirigenti del Pd. Martina continua a tentare di comunicare con un linguaggio del secolo scorso. Nel Pd, ci sono state scissioni, che hanno avuto scarso seguito come se politici, D’Alema e Bersani, non dicessero cose di sinistra. Nel terzo millennio, erano e sono, incomprensibili per quello che dicono. Così come lo è Martina che si illude, di dare battaglia al leader della Lega Salvini, da mesi sulla cresta dell’onda, con battute che lasciano il tempo che trovano. Il rozzo ministro padano sta portando a termi ne una partita politica, chiaramente apprezzata dagli elettori, anche con il voto di ieri. In poche mosse, l’uomo dell’Oltre Pò, vuole dare scacco matto ai tantissimi politici che amano parlarsi addosso. Con lo stop agli sbarchi dei migranti; no agli hotspot sul territorio nazionale; no all’Unione europea che ci vorrebbe subalterni; no agli ai tecnocrati che a Bruxelles contano più del potere politico ed infine con la riforma della legge Fornero, Salvini punta a conquistare, come sta avvenendo, vasti settori dell’opinione pubblica, prima orientati, molto diversamente. Combattere il ministro Salvini con le armi spuntate che hanno avversari e ” allea ti”, in FI è solo una pia illusione. Il voto degli italiani è sempre più orientato verso quella politica della Lega, che solo pochi mesi fa, avrebbe fatto paura, soprattutto ai moderati, oggi con il carroccio. I risultati dalle politiche del 4 marzo fino al ballottaggio di ieri, parlano chiaro e chi aveva già dato per morto, il centrodestra, si dia una regolata. Grazie alla Lega, alla ricostruzione in corso di FI tentata da Berlusconi, attualmente forza politica ingessata e, alla crescita di FdI, la musica potrebbe cambiare in un lasso di tempo non molto lungo. Chi vuole evitare, Salvini premier, si dia da fare molto e sappia trovare come dialogare con chi espri me la sua volontà votando. Sottovalutare, il rozzo ministro dell’Interno, è un errore e man mano che passano i giorni, lo stanno comprendendo anche nel Movimento. Il leader padano sa fare politica popolare.