Il Premier Conte negli Stati Uniti, ha trovato un Presidente, molto prodigo verso l’Italia, a determinate condizioni. Roma ha chiesto: sicurezza in Mediterraneo, stabilizzazione della Libia, potenziamento dell’hub NATO a Napoli, contrastare insieme sbarchi e terrorismo. Trump ha detto sì ” Caro Giuseppe, sono lieto che tu sia venuto, alla Casa Bianca. Noi saremmo a fianco dell’Italia ed anzi, diciamo all’Unione europea, di fare, come voi state facendo, contro l’immigrazione clandestina. Ma in contropartita, caro Conte, ti chiedo: L’impegno in Afganistan continui, senza riduzioni di soldati visto che la zona, da voi controllata, non è an cora stabilizzata; onorare gli acquisti, fino all’ultimo, dei caccia F 35, peraltro assemblati in Italia; completare il Tap che porterà metano, non russo in Europa, oggi troppo dipendente da Putin. A queste condizioni gli Stati Uniti, caro Giuseppe, sono al fianco dell’Italia e lavoreremo con un’unica cabina di Regia affidata a voi, ma con dentro una nostra esperta americana. Nessun problema con Francia di Macron e Unione eu ropea di Junker, a noi caro Giuseppe. interessa l’Italia, alleata fedele da 70 anni”. Un discorso chiaro nel dare e nell’avere. Ora il Premier Conte, questo lo dovrebbero capire Grillo, Casaleggio, di Maio e Salvini non può tornare a Washington per dire a Trump:” Non posso, caro Donald, in quanto chi mi ha chiamato, Movimento e Lega, a fare il Premier, la pensano diversamente: no Tap, no F35 ed altri no”. Per Conte, c’è che una sola strada, una volta stretta la mano a Trump, che sa perfettamente bene, come dare e ricevere il giusto compenso, comprese le spese militari al 2% del Pil. Il Presidente del Consiglio o sta ai patti fatti, con una stretta di mano, come si faceva una volta tra persone per bene, oppure dimettersi per salvaguardare la sua figura, non politica, ma di accademico. La domanda da farsi è: i ministri del Movimento capiranno che non c’è altra via? O Conte opera, come da accordi fatti, oppure l’esperimento M5S – Lega terminerà, per una crisi irreversibile. Nei guai è Di Mao con i M5S. Per Salvini non ci sono problemi: le richieste Usa fanno per no, sul riuscito blocco delle immigrazioni clandestine e lotta al terrorismo, cioè quello che Trump fa in America tra tante contestazioni. L’immagine di Salvini è uscita rafforzata dai patti USA – Italia.