Roma – Foa resta e presiede il Cda Rai. In pezzi la sua Credibilità

Il giornalista Foa resta nel Cda della Rai e non ha alcuna intenzione di ripiegare.  Ha infatti dichiarato:” l’azionista di riferimento, cioè il Tesoro, non ha fornito altre indicazioni per la nomina di un presidente del servizio pubblico”. In questo modo Foa sfida apertamente le forze politche che non lo hanno votato, in Commissione di Vigilanza, restando nel Cda e assumendo la presidenza dell’organismo come membro più an ziano. Una decisione che lede però  la sua immagine di giornalista indipendente, uscito da una delle covate di Montanelli e di aver accettato, la candidatura, nella certezza di ottenere il via libera dalla Vigilanza che non è avvenuta. Le forze di governo, che non hanno la maggioranza in Vigilanza, avrebbero dovuto, come accade in ogni democrazia, trattare per trovare un accordo sul suo nome  o altro condiviso. Invece questo non è accaduto e Di Maio, capo politico del M5S e Salvini segretario della Lega hanno proceduto, pur senza maggioranza, forse nella certezza del sì di Berlusconi su un nome, come quello di Foa, perchè sponsorizz ato dalla Lega. Ed invece il no del cavaliere, non solo è stato netto, ma con l’aggiunta che non sarà votato nemmeno in futuro sempre, come viene affermato in FI, per questione di metodo. Il fatto che Foa rimanga e presieda il Cda Rai, come accaduto oggi, è una vera anomalia. Chi la spiega è l’onorevole del Pd, Michele Anzaldi, il quale ha messo i puntini sulle “i”. “Il più anziano presiede il Cda Rai, solo in assenza del presiden te e vice. In questo caso – afferma i parlamentare – non si tratta di assenza ma di mancata nomina quindi Foa, commette un abuso, unitamente al Cda Rai, se dovesse rimanere in  questa posizione”. Il Financial Ti me si è occupato della vicenda per fare fa due considerazioni, come è abitudine: ” …con i no di Berlusconi alla presidenza Foa, il governo ha subito una cocente sconfitta”. Per poi aggiungere:”… è possibile che l’ex premier operi con durezza, per la presidenza Rai, per ottenere il controllo di un canale del servizio pubblico ed aumentare così il suo consistente potenziale grazie ai suoi magazine e network .

Lascia una risposta