Papa Francesco, nella Messa mattutina di questa mattina, come riferisce Vatican News, ha affermato ” la voglia di scandalo e di divisioni può essere contrasta solo con il silenzio e la preghiera. La verità è mite – ha aggiunto il Pontefice – la verità è silenziosa”. Ha colto l’occasione offerta dal Vangelo secondo Luca. “Gesù tornando a Gerusalemme da Nazareth venne accolto con sospetto. Nella Sinagoga fu aggredito dai tanti che urlavano e Gesù taceva. Poi lo portarono su un monte per buttarlo giù ma ” Egli passando in mezzo a loro, si mise in cammino”. “… La dignità di Gesù, con il suo silenzio vince su tutti e se ne andò. Lo stesso accad de – ha proseguito Papa Francesco – il Venerdì Santo”. “… Questo ci insegna come deve agire un cristiano ancorato alla forza di Dio”. Commento che arrivano quando in Vaticano si devono affrontare le gravi accu se dell’ex Nunzio a Washington, Carlo Maria Viganò, per presunte copertura di presunti abusi sessuali compiuti dall’arcivescovo Theodore Mccarrick. Non c’è dubbio che il Papa abbia ragione nel non replicare alle accuse mosse, dall’ex arcivescovo lanciatissimo, ma sbagliando ripetutamente nell’alimentare sospetti, da parte dei credenti, che riguardano il Papa di cui ha chiesto le dimissioni insieme ad alti prelati. Il comporta mento di Mons. Viganò non è accettabile o giustificabile in quanto, se avesse voluto ottenere di discutere, un problema così spinoso, sarebbe stato sufficiente ed in obbedienza scrivere riservatamente a Papa France sco che ha dimostrato, in più occasioni, come ridurre allo stato laicale chi si era macchiato di gravi colpe. Si ha ragione di credere che, il silenzio del Pontefice e degli alti prelati, finirà per convincere Mons. Viganò che la vendetta, per una mancata nomina cardinalizia o per qualsiasi altro motivo, non paga. Con questo non si vuole negare che occorre fare pulizia in Vaticano e nell’enorme schiera di consacrati che vive in Cristo e per Cristo. Ma chi ha sbagliato sia allontanato ma dopo l’acquisizione di prove inoppugnabili e non di accuse, spesso frutto di invidie o di mancati obiettivi, non raggiunti.