Bruxelles – Ue:”No alla manovra fuori ” Patto”. Il Colle in campo

Le manovre economiche sono sempre state lo scoglio per tutti i governi, non solo italiani.  Diventano praticamente “impossibili” se c’è un patto sottoscritto da tutti gli Stati dell’Unione che hanno le economie, dei singoli Paesi, collegate strettamente. Cioè per intenderci un default trascinerebbe altre economie. Nessuna meraviglia, quindi, che Moscovici, commissario al Bilancio dell’Ue, parla del 2,4% come una ” deviazione” molto molto significativa rispetto agli impegni presi”. Così come non desti meraviglia se il vice commissario Ue, Valdis Dombrovskis, afferma che ” i piani di Bilancio italiano non sembrano compatibili con le regole del Patto. ci sono regole  uguali per tutti perchè, i nostri futuri nell’euro zona, sono legati”. Il ministro Tria ha cercato di tranquillizzare i partner Ue con un’affermazione che non può essere recepita, sia per il Patto e sia per le tante incognite, connesse alle stesse dichiarazioni, del delegato all’Economia italiana:” State tranquilli – – ha ripetuto più volte Tria – il rapporto debito – Pil scenderà a partire dal 2019″. Non si tratta di eco nomisti con visioni diverse ma, di regole sottoscritte che non possono essere cancellate o ” superate”, per volontà della Commissione. Lo può fare solo il Consiglio europeo mettendo in gioco nuove regole per la sta bilità nell’intera euro zona. Ciò non toglie, a parte le dichiarazioni di fuoco contro Moscovici,  dei vice premier Di Maio e Salvini, che il governo italiano e la maggioranza, formata dal M5S e Lega, hanno deciso di va rare una politica espansiva per tre anni. Il Premier Conte, chiamato al Quirinale, dal Capo dello Stato, preoccupato della contrapposizione Italia – Ue, ha parlato degli obiettivi della manovra che non appaiono sba gliati se possibili:” Abbiamo gettato le basi – ha detto Conte – per una manovra seria e coraggiosa. Si vuole offrire una risposta ad una povertà dilagante, ai pensionati, famiglie, cittadini danneggiati dal crack delle banche. Tutto questo, senza togliere un euro, al sociale e Sanità. Vogliamo abbassare le tasse e scommettere, sul più grande piano d’investimenti, della storia repubblicana”. Una manovra, che se fosse possibile sen za rischi, così com’è articolata, andrebbe sottoscritta da tutti i popoli europei. Allo Stato il ministro Tria è rientrato a Roma per mettere a punto, la manovra, da mandare all’esame del Parlamento. Se questo piano non subire modifiche, la rottura con l’Ue appare inevitabile, con relativa apertura d’infrazione, non per Moscovici, ma per il Patto sottoscritto. Il Parlamento può decidere di andare avanti ma l’Unione, al limite, per dare un esempio a tutti gli altri Stati, potrebbe decidere di tagliare i legami. La domanda è: l’Italia da sola, terza potenza economica in Europa, può attuare una manovra di questa portata? Ecco il motivo, non detto a chiare lettere del Premier al Quirinale, a sole 24 ore dalla spiegazione di Mattarella su cosa stabilisce l’articolo 97 della Costituzione:” niente rischi con il Bilancio ed indebitamento”. Come finirà dipende soltanto dalla determinazione del Parlamento italiano e dal Capo dello Stato che dovrà decidere, su cosa viene ritenuto giusto fare, valutando attentamente le ripercussioni su un intero popolo.

Lascia una risposta