Macerata – La Corte d’Assise infligge una pena mite a Traini

La Corte d’Assise di Macerata ha condannato, Luca Traini, a 12 anni di carcere, tre anni di libertà vigilata e dovrà risarcire i danni prodotti con la sua condotta. L’accusa, nel processo con rito abbreviato e a porte chiuse, ha sostenuto che i reati erano almeno due: tentata strage aggravata da odio razziale. Il ventinovenne, già candidato con la Lega nelle amministrative, giunto in auto a Macerata ha aperto il fuoco con un fuci le contro uomini di colore, ferendoli senza ucciderli per puro caso. Inoltre ha danneggiato vetrate, andate in frantumi in una sparatoria che mise a soqquadro, Macerata, il 3 febbraio scorso. La difesa ha lasciato che si difendesse anche  con una dichiarazione scritta e letta dallo stesso imputato. Ecco cosa ha detto:” Ho sbagliato e non provo odio razziale. Volevo fare giustizia contro gli spacciatori per il bombardamento di noti zie, sullo spaccio diffuso, anche a causa dell’immigrazione. Anche la mia ex fidanzata si drogava. In carcere ho maturato una nuova cognizione dei fatti. Ho avuto un’infanzia difficile ma non sono matto. Il mio agire non era collegato al colore della pelle in quanto, ci sono poco di buono, tra i bianchi come tra i neri”. Una dichiarazione, studiata dalla difesa, per ottenere una condanna mite. I 12 anni, saranno ridotti di un terzo per aver scelto il rito abbreviato, quindi la pena da scontare sarebbe  di soli 8 anni. Ma gli avvocati della difesa del  “giustiziere”, hanno già annunciato che si appelleranno, non appena conosceranno i motivi della sentenza, per ottenere una pena minore. Se questa è la legge non è ispirata ad una giustizia giusta. Luca Traini ha tentato, senza riuscirci, di uccidere immigrati di colore e, la pena inflitta più lo sconto, non appare adeguata all’accusa di “strage aggravata dall’odio razziale”. Infatti il vendicatore ha colpito soltanto chi non era bianco.

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