L’Aquila – L’Abruzzo isolato. In crisi collegamenti: gomma, ferro, acqua e aria

Gli abruzzesi, sempre più isolati. Con l’intervento del ministro alle Infrastrutture,  Danilo Toninelli, che unitamente ad un ingegnere – ispettore del suo ministero ha preso atto, della pericolosità  del viadotto, Mac chia Maura in territorio del Comune di Bugnara (Aq) . La società Autostrada dei Parchi potrebbe decidere di chiudere il tratto completamente o solo ai mezzi pesanti. Perbacco la struttura è considerata tanto peri colosa che il ministro ha ritenuto opportuno, prendere le distanze da un eventuale crollo, affermando che ” le decisioni devono essere prese dalla società concessionaria, dopo le necessarie verifiche, se rimodulare il traffico, limitandolo o chiudendo il tratto. Una dichiarazione, comparsa su Facebook, che ha fatto subito il giro di tutti i social. Non si tratta di scherzi a parte ma di effettuare verifiche, su una infrastrutture dove, ogni giorno, passano migliaia di mezzi. Se poi si considera che le immagini, di tantissimi viadotti, apparse non solo nelle televisioni, hanno determinato un allarme generale tra gli utenti delle autostrade A 24 e A 25 il problema dei collegamenti tra l’Abruzzo e il Lazio si pone, se non altro, a livello psicologico. Non si può mancare di prendere atto che l’Abruzzo non ha un porto degno di questo nome, tanto che la Regione per bandire una gara, per un traghetto che dovrebbe collegare, nel periodo estivo, Pescara o Ortona a Spalato o altro porto croato. ha dovuto convocare una riunione, con le autorità militari, per sapere i pescaggi: scarsi a Pescara, buoni  ad Ortona porto non gradito, dalle compagnie di navigazione, per mancanza di piazzali molto capienti. L’Abruzzo non ha la Tav e nemmeno, sull’autostrada adriatica la terza corsia, ferma al confi ne con le Marche. Ha un aeroporto ma incompleto che potrebbe svolgere un ruolo diverso da quello attuale. L’isolamento degli abruzzesi, dal resto della Nazione è atavico ma sembrava problema, sia pure in mini ma parte risolto con Lazio, Roma e tra la costa e le zone interne. Ora non è più così ed è compito, non solo della prossima amministrazione regionale ma anche dello Stato, di evitare una marginalizzazione di una regione che ha già pagato, per interi decenni, un prezzo altissimo in termini di emigrazione verso l’Europa e le Americhe.

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