Roma- Tre fermati per l’omicidio di Desirèe. Isolare gli stranieri ” trasparenti”

No, non è sopportabile che la giovane Desirèe, sia stata drogata ed uccisa, o lasciata morire, dopo una violenza sessuale consumata, da un gruppo di stranieri. sbarcati in Italia. Non si tratta di chi sono e del colore della pelle: il gravissimo fattaccio non è sopportabile e basta da chiunque commesso. Quello, che è successo a Macerata ed ora a Roma è pura barbarie, un campanello d’allarme, più volte squillato tra tanto, troppo buonismo che sta minando la nostra civile convivenza civile. Torno a ripetere, per non essere frainteso, che non è determinante, il colore della pelle e i nomi e cognomi, ma che lo stupro e l’assassinio, siano reati consumati da un branco di stranieri, sbarcato in Italia, per chiedere accoglienza e assistenza. I due bloccati dalla polizia sono senegalesi, entrambi irregolari. Mamadou Gara, con permesso di asilo scaduto e un provvedimento di espulsione targato 2017. Brian Minteh era in attesa di rinnovo del permesso per motivi umanitari, pensiamoci un momento ” per motivi umanitari”. Interrogato e poi fermato  un nigeriano con permesso scaduto. Tutti e tre sono indagati per, violenza sessuale di gruppo e omicidio volontario, con cessione di stupefacenti. Un quarto uomo, è stato già individuato dalla polizia, ma si è reso irreperibile. Il bran co è stato identificato dagli investigatori dopo i rilievi effettuati, nello stabile del massacro, e da testimonianze raccolte e verbalizzate. Una decina di residenti nel quartiere San Lorenzo, ha organizzato ronde per tranquillizzare i residenti. Non si tratta di facinorosi, ma di volontari che circolano e se, vedono qualcosa che non va, allertano la polizia. Inoltre è stata organizzata una fiaccolata per testimoniare la vicinanza alla famiglia della ragazzina, sedicenne, Desirèe, così brutalmente massacrata. Autorità comunali e regionali, si sono complimentate con la polizia per l’immediata identificazione dei soggetti e delle atrocità inferte ad una donna, appena all’inizio, della sua vita. Occorre correre ai ripari, nonostante le difficoltà di trovare e rimpatriare tanti stranieri “trasparenti” visto che i loro Paesi li respingono. Se questa è un’operazione impos sibile vengano raggruppati e tenuti, nei tanti paesini spopolati. Non si tratta di realizzare un’altra Guantanamo in Italia, ma di isolare chi è in territorio nazionale e costituisce un pericolo per la popolazione in quan to, fuori dalla legge tanto da vivere di espedienti e capace di crimini orrendi come quelli accaduti. Rinviare il problema non serve, affrontarlo  è  necessario per far sentire ai cittadini che lo Stato c ‘è ed è efficiente.

Lascia una risposta