Genova – Blitz contro Autostrade Spa. Scritte:” Assassini”

Una quindicina di Gilet Gialli made in Italy, a simiglianza di quelli francesi, hanno attaccato il casello di Genova Est e bloccata la circolazione. I dimostranti, perfettamente organizzati e volto travisato, hanno rotto le sbarre del telepass, accesi  fumogeni e lasciato delle scritte, molto significative, dello stato d’animo di chi agiva:” Autostrade Spa assassini”. E in genovese:” Apriamo il casello e non paghiamo più”. Un blitz  durato pochi minuti, dai dimostrati, per poi disperdersi prima che giungesse la polizia. Sul posto la Digos per i rilievi e il casello ora è pattugliato dalle forze dell’ordine. Non è giunta alcuna rivendicazione. Quello che colpisce è che, chi ha agito indossava, proprio i gilet Gialli, gli stessi contraddistingueno i dimostranti francesi, quasi un segnale internazionale, per unirsi in battaglie comuni contro quanto è considerato un sopruso. Non appare utile sottovalutare questo segnale, anche se in Italia ha coinvolto una quindicina di persone. Chi sa quanto sia elevato il malcontento contro il governo da quello nazionale ai regionali, per poi giungere fino ai Comuni. Nessuno, si ritiene, è in grado di valutare esattamente il malcontento che serpeggia, tra le tante parti di una società scoraggiata o emarginata. L’attenzione delle autorità genovesi  è  massima tanto che, lo stesso Presidente della Regione Toti, ha presieduto una riunione per comprendere chi ha agito  e se si tratta di un blitz dimostrativo o dietro c’è qualcosa di più importante. E’ indubbio che il crollo del Ponte Morandi ha creato, gravissimi disagi e danni ai genovesi. Così come appare altrettanto reale che è mancata, un’attenta e minuziosa manutenzione ordinaria e straordinaria, della strada sopraelevata che sovrastava e sovrasta parte dell’abitato. La domanda è una soltanto: il blitz di  Genova avrà emuli pronti a fare altrettanto e per quale ragione? Certo è che tra scuola insicure, viadotti e ponti sotto esame, o chiusi al traffico pesante, gli italiani hanno ragione di sentirsi penalizzati da chi si alternato al governo nei decenni precedenti. Non c’è che attendere, se il malcontento o il disagio esploderà come sta accadendo in Francia, oppure rimarrà nella mente della popolazione.

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