Roma – Scoop delle Iene. Il papà del ministro Di Maio paga in nero?

Da tempo continua a riecheggiare nella mia mente quel grido di speranza, dopo i tanti processi e condanne per tangenti ed altro urlato, non solo nel Parlamento ma anche nelle piazza:” Onestà, onestà, onesta”. Perbacco, pensai subito, l’Italia dopo tanto tempo, sta cambiando pelle: vediamo. In effetti, se si sfogliano le pagine della cronaca giudiziaria, dal 1998 fino ai giorni nostri, non c’è italiano che non abbia voluto il cambiamento, attraverso “partiti simbolo” che potessero infondere, fiducia per un Paese diverso. Le Iene, hanno portato a termine un’altra operazione verità che onora, il loro modo di fare giornalismo all’insegna, della più schietta distanza, dai diversi colori politici. Oggi è toccato ad, Antonio Di Maio, papà del ministro del Lavoro e dello Sviluppo, Luigi Di Maio. L’imprenditore è stato accusato, da un dipendente dell’azienda paterna, di essere stato pagato in nero e poi licenziato. Il M5S ha tremato, com’era giusto: il capo politico del Movimento e ministro della Repubblica ha un padre che paga in nero mentre il figlio, in una conferenza stava invitando i carabinieri, a trovare ed arrestare non solo i ” caporali”, ma anche chi faceva lavorare i dipendenti in nero. Come accade, sempre nella storia degli uomini, è scesa in capo l’ex ministra Maria Elena Boschi crocifissa , proprio dal M5S, per il padre trascinato nel fango per storie accadute alla Banca Etruria. Ecco cosa ha detto l’ex ministra” Caro sig. Di Maio, le auguro di non vivere mai quello che suo figlio, e i suoi amici, i hanno fatto vivere a mio padre e alla mia famiglia perchè coinvolto in una polemica,  dopo la denuncia delle Iene, di un ex operaio della sua ditta che avrebbe lavorato in nero. Mio padre – ha proseguito la Boschi – è stato trascinato nel fango per il cognome che porta, per una vicenda più grande di lui, trascinato nel fango da una campagna di odio. Caro sig. Di Maio, il fango fa schifo”. Cosa dire? La gente onesta, quella veramente onesta, continui a gridare ai quattro venti: onestà, onestà, onestà.

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