Lo ha detto e lo ha fatto. Il ministro all’Interno, Matteo Salvini, ha dato il primo colpo di benna, con la ruspa dell’esercito, alla villa del boss Casamonica. Dopo essere sceso dal mezzo meccanico ha aggiunto:” Per me è stato un onore. Hanno detto che mi sparano, pensano di intimorirmi, ma hanno scelto la persona sbagliata. Io non mollo”. La gente del quartiere di Roccabernarda, incuriosita, si è affacciata per vedere se era vero se la villa fosse stata abbattuta. Tutti soddisfatti: ” Giustizia è fatta”. Anche i ragazzi, usciti da scuola, si sono recati nella zona e quando hanno visto le ruspe in azione, hanno commentato:” Avanti così, avremo un parco ed una biblioteca dove poter andare”. Un cittadino si è rivolto al ministro:” Ora abbattete tutto quello che è abusivo, cioè tutto quello che vedete. Il ministro Salvini, ha subito risposto:” No demolisco quel lo che è dei Casamonica e mafiosi, per il resto uso il buonsenso”. Dopo il primo colpo di benna, alla villa del Boss, Salvini si è recato ad un convegno indetto da Poste e Anci. Non ha perso, nemmeno questa occasione per ribadire che il cambiamento è iniziato: ” Le ville e le case dei Casamonica, un patrimonio elevato, va demolito perchè lo Stato c’è”. Non si può affermare il contrario. Quello che sta accadendo a Roma, con le demolizioni delle ville e case dei rom di quella etnia che sfidò lo Stato, apertamente, con il clamoroso funerale del loro boss, paragonato, anche nelle immagini, ad un Papa, non era mai accaduto prima ed è un evento storico efficace di uno Stato che ha rialzato la testa contro, un potere forte e radicato sul territorio, cresciuto per le strane assenze degli uomini delle municipalità e dello Stato. E dire che la strada per il ripristino della legalità è stata imboccata, per una testata di un mafioso, ad un giornalista…. Senza quella gravissima aggressione, possiamo ipotizzare, che non sarebbe accaduto nulla a Roma e nelle Comuni della Capitale. Le domande da porsi tantissime e molto inquietanti!