Malta – Intervento dell’ esercito sul mercantile pirata ok. Ma ora?

Bisogna congratularsi, con il governo di Malta e con le forze armate, impiegate nell’operazione  ” mercantile occupato da pirati”. Le autorità della Valletts, una volta che il mercantile era a circa 30 miglia dalla loro costa, hanno parlato con il comandante del mercantile turco. Colloquio brevissimo ma significativo:” Siamo stati costretti con le minacce a puntare verso Nord. La nave – non è più sotto il mio controllo, chi ordina è un gruppo di migranti, decisi a tutto”. Al governo maltese non serviva altro, ed ha ordinato agli specialisti dell’esercito  e all’aviazione, di salire a bordo della na ve, con un vero e proprio abbordaggio, restituire la nave al comandante e consentire di entrare in porto. Tre migranti i dirottatori,  indicati dai marinai, sono scesi già ammanettati e trasferiti in carcere. Gli altri migranti sono stati fatti scendere, uno alla volta, per essere trasferiti, al comando di polizia, per essere interrogati. La loro sorte dipenderà dall’Unione Europea avvertita del’accaduto che dovrebbe coordinare la fase successiva. Il ministro dell’Interno italiano, Salvini, si è congratulato con le autorità maltesi, per l’operazione condotta, in modo perfetto. e non ha mancato di allertare tutti, con una verità che andava detta subito, vista l’imminente buona stagione. Gli schiavisti mettono in mare gommoni, stracarichi di migranti, mandati allo sbando. Salvini ha avvertito: “Attenzione l’immigrazione è gestita da criminali ed occorre fermarli subito con ogni mezzo lecito”. Ed è proprio così, ma il problema è come fermare gli schiavisti senza scrupoli e i migranti che, pur di mettere fine a violenze di ogni genere che subiscono nei campi  in Libia, sono disposti a rischiare la vita. Il problema morale è così rilevante che, i Paesi europei mediterranei non possono affrontarlo e forse, per la quantità di migranti, pronti a prendere il mare, non è possibile nemmeno alla sola Unione Europea. La soluzione, se c’è, spetta senza perdere tempo all’Onu, visto che l’uso della forza è da escludere e che il governo libico, o meglio i governi libici, armati ed equipaggiati dall’Italia, girano la testa dall’altra parte.

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