Non è una sorpresa, l’Istat conferma che l’economia italiana, non va come dovrebbe e come promesso, dal governo del cambiamento. Nel 2018 il potere d’acquisto delle famiglie nel IV trimestre è andato giù dello 0,5% rispetto al terzo trimestre. Nello stesso periodo il debito delle famiglie consumatrici è sceso dello 0,2%. Eppure, nonostante questa situazione i consumi hanno mantenuto una dinamica espansiva, a danno della propensione al risparmio che, negli ultimi mesi dell’anno, è stata pari allo 0,6%, rispetto ai mesi precedenti. Sono dati che devono far pensare ad governo ed accelerare al massimo tutte quelle misure, in discussione da mesi, e che ora sono urgenti e potrebbero rivelarsi, come affermano economisti in tutto il mondo, insufficienti per rilanciare il Pil verso una crescita indispensabile. Di Maio e Salvini, i due vice premier politici, del M5S e Lega, hanno promesso ed ottenuto voti per un governo del cambiamento. Questo non si può tradurre in un cambiamento in perdita: le sorti della nostra economia pesano, sulle spalle dei due partiti di governo, che devono finire di bisticciare e varare provvedimenti tali da far uscire l’Italia da una stagnazione pericolosissima. Non è più il tempo delle polemiche e delle contrapposizioni tra i due leader, del Movimento e lega. E’ giunto il tempo delle responsabilità. Rinviare per cavilli o attaccare il ministro Tria non è cosa buona agli occhi di chi segue, costantemente la politica economica italiana, per gli investimenti fatti. Così come è tempo che, Conte, faccia il suo lavoro di Premier che non può limitasi a fare il mediatore, tra Di Maio e Salvini, ma è anche quello di decidere quali sono i provvedimenti urgenti e portali all’approvazione. Chi si assumerà la responsabilità di non votare dovrà rendere conto agli italiani come il Paese è stato governato fino ad oggi.