E’ guerra in Libia. Il leader Fayez al Saray, riconosciuto dal’ONU, ha accusato il generale Khaifa Haftar di essere un traditore e di aver attaccato Tripoli, anche con l’aiuto di militari estranei alla sua Brigata. Inoltre Saray, ha consegnato all’ambasciata di Francia una ” forte protesta”, per l’appoggio che i francesi danno al generale Haftar, nota da consegnare al Presidente della Repubblica Macron. Sui combattimenti ci sono come sempre notizie contrastanti. C’è stato un fitto lancio di missili, dalle due parti del tipo Garian. Le milizie del generale Haftar sarebbero giunte a circa 12 chilometri da Tripoli, dopo aver conquistato l’aeroporto, chiuso dal 2014. Notizia smentita da Saray che sostiene l’esatto contrario: lo scalo aereo sarebbe stato riconquistato e le truppe del traditore bloccate dalle sue milizie. La notizia certa diffusa dall’Unsmil, è che, la tregua di due ore chiesta per portare fuori delle zone interessata ai combattimenti, a Sud di Tripoli, morti e feriti delle due parti, non è stato rispettata. I belligeranti sembrano decisi ad andare fino i fondo, nonostante molti Stati, Russia compresa, ha invitato i due leader a trattare e a non continuare i combattimenti. Intanto un contingente Usa che era in Libia ha ricevuto l’ordine, del Presidente Trump di lasciare lo Stato, e raggiungere una delle basi americane lontane dal conflitto Una ulteriore dimostrazione di come Trump, non vuole interessarsi della pace in Mediterraneo, decisione esattamente opposta agli impegni che aveva preso in precedenza. Il probabile scopo dell’attacco sferrato dal generale Haftar è quello di arrivare ad una divisione delle Libia, un progetto cullato dai francesi e dagli Stati Arabi Uniti che vede dall’altra parte il no dell’Onu, Turchia e Italia sostenitori di una Libia unita con un governo eletto democraticamente dopo libere elezioni.