Lo scontro tra Di Maio e Salvini non si è fermato nemmeno il giorno della liberazione, celebrata con manifestazioni, in molte città. Anche in Italia, come accade sempre, le date storiche che hanno cambiato i destini delle nazioni, non godono di un’ampia partecipazione popolare. Questo non significa che il 25 aprile non sia data importante ma, generalmente gli italiani, la considera una data festiva e la trascorrono come vogliono. C’è anche un’altra considerazione: sanno che il sacrificio dei partigiani in armi e, diciamolo pure di tutti gli italiani, che hanno partecipato ad una resistenza passiva, non concedendo nessun appoggio al nazifascismo, sono dittature finite con il disastro storico e che non potranno tornare più. Di Maio, non ha perso l’occasione per attaccare il ministro dell’Interno Salvini, a Corleone, per inaugurare un commissariato di polizia, nel paese simbolo dei boss mafiosi. Ma il capo politico del M5S ha insistito, sulle dimissioni del sottosegretario Susi, che ha ricevuto un avviso di garanzia per corruzione. Oggi è privo di deleghe, per decisione del ministro Toninelli, ma per Di Maio non basta: Susi deve tornare ad essere solo senatore ed attendere che sia scagionato dalla giustizia. Salvini, sull’argomento, non ha voluto rispondere ai giornalisti:” Ho deciso di essere Zen, non rispondo più alle provocazioni”. Ma gli italiani non possono mancare di porsi delle domande più che ovvie: il Premier Conte è out, chiamato alla carica dal M5S e Lega, non può che cercare una mediazione tra i due vice, peraltro molto complicata. Una crisi, di governo, a 30 giorni dalle europee e amministrative è impensabile, anche per pesante la situazione economica del Paese: sarebbe una decisione irresponsabile. Un’altra soluzione, in questa legislatura non c’è, o meglio, ci sarebbe per pasticciaccio peggiore dell’attuale. Governanti più impegnati più a litigare che a fare. Certo è che le proiezioni, non solo italiane ma anche europee, premiano elettoralmente oltremodo la Lega, guidata dal rozzo ministro dell’oltre Po, costantemente allo sbaraglio ma, con punti molto fermi, apprezzati dagli italiani a partire dallo stop all’immi grazione clandestina. Proiezioni che penalizzano il M5S in perdita di voti, fino a circa 10 punti percentuali, rispetto alle ultime politiche, un gap difficilmente recuperabile. Fatto questo che non può che preoccupare Di Maio. e in generale il Movimento. Basta una considerazione: tace Grillo, Di Battista è sparito, così come Casaleggio jr. La realtà è che il M5S ha avuto un’occasione di andare al governo, con un alleato ostico e un leader di centrodestra. Il Movimento avrà un’altra possibilità di governare sia pure con altri alleati meno ” complicati”? Oggi è difficile immaginarlo: staccare la spinta e andare alle politiche? Il M5S rischierebbe, se non l’estinzione, una quota di voti irrilevante. le proiezioni possono sbagliare ma non di molto.