La vera partita politica tra il Premier Conte, Di Maio e Salvini, non è stata giocata oggi nel Cdm c’è stato solo il primo tempo. Il secondo inizierà il 26 maggio, dopo le elezioni europee e per le amministrazioni locali. Oggi, il leader della Lega, non poteva nè rompere e nè fermare un treno in corsa che aveva come conducente il Presidente del Consiglio. Non aveva scelta che affidare alla Bongiorno la difesa del’ex sottosegretario Siri, per un avviso di garanzia, per corruzione o subire un allontanamento di un membro del governo “senza prove a carico”. Ma l’argomento era delicato: si trattava di un avviso di garanzia, per uno dei reati più odiati dall’opinione pubblica. Così Salvini ha subito, il Cdm senza votazione ha deciso di aderire alla piega degli eventi che ha dettato il Premier Conte. Ma dopo i risultati del 26 maggio, il vice premier aprirà le danze: non accetterà rinvii per la Tav, Flat tax, Autonomia per le 9 Regioni, prevista dalla Costituzione, che ne hanno fatto richiesta e ministri più efficienti. “I punti previsti nel contratto di governo che vanno onorati” ha sibilato oggi Salvini. E questa volta le parti, anche per un governo diverso, saranno invertite, previsioni di voto, in Italia e in Ue: La Lega sarebbe primo partito in Italia, con un bottino tra il 30 ed il 33% mentre il M5S, precipiterebbe intorno al 20 – 22%. C’è poco da aggiungere la Lega presenterà il conto al Premier e al Movimento. Certo ci saranno problemi, non solo politici, ma anche di cassa, con il ministro Tria che mantiene ferma, la barra delle uscite, finchè non vedrà le entrate. Ma Salvini, il rozzo ministro dell’oltre Po, che oggi ha ingoiato un rospo Siri, vorrà soddisfazione. E sarà un conto salato anche, all’indirizzo di alcuni ministri che non hanno perso tempo nei confronti dell’ex sottosegretario, come Toninelli, che gli ha subito tolto le deleghe all’ex sottosegretario, chiaramente su richiesta di Di Maio. Ora il vicepremier si getterà, anima e corpo in campagna elettorale, per ottenere un risultato eclatante. Troverà una resistenza, alle richieste, che non potrà essere forte da parte del M5S per evitare elezioni anticipate, con un carniere di leggi per un “governo del cambiamento” molto magro. E Salvini sa bene che per la Lega, e quindi per lui, sarà possibile, nonostante un centrodestra in tempesta, ottenere di tornare a governare mentre per il M5S, se non conclude una esperienza, altamente positiva possibile solo in 4 anni, sarà molto improbabile reinserirsi nell’esecutivo. Un secondo tempo di una partita politica tra il Movimento e Lega che speriamo non sia pagata dagli italiani, vista la posizione che ha già assunto Bruxelles, per nulla conciliante con i conti dell’Italia