Il vicepremier Di Maio, dopo una difesa d’ufficio, ha chiesto di essere giudicato dagli iscritti alla Rousseau, con il rispondere ad una precisa domanda:” Confermi Luigi Di Maio come capo politico del M5S?”. Un modo per sentire gli umori della base del Movimento. Ma intanto, a difesa del ministro all’Industria e Sviluppo, dopo un lungo silenzio e senza partecipare, nemmeno al comizio di chiusura d ella campagna elettorale si è fatto vivo, Beppe Grillo, per una dichiarazione molto precisa:” Il nostro sbaglio è sacro. Abbiamo cercato di restituire dignità ad un Paese, al di là di ogni bullismo oppure, delle comparse storiche, che hanno avuto sempre il potere in mano. Gli errori di metodo ci sono, ma nulla hanno a che fare con l’aver agito nel rispetto delle nostre premesse”. In poche parole Di Maio va assolto, gli errori non sono nè suoi nè del Movimento ma degli italiani che hanno votato per il peggio”. Ma la sorte del vicepremier Di Maio ora è nelle mani dei parlamentari che sono divisi. Ci sono gli “storici” che ritengono Di Maio, non in grado di gestire le strategie del Movimento e puntano ad affiancargli, un ” direttorio” ” i cavalieri della tavola quadrata” per decidere insieme le strategie da utilizzare per governare il Paese. Quindi un Di Maio, “ridimensionato” e non più capo politico: stop ad un solo uomo al comando. C’è un’altra parte di parlamentari, contrari, ad una crisi di governo che porterebbe dritti ad elezioni anticipate. Il Movimento ha fatto il pieno di parlamentari, con le politiche del 2018, ma ora con la prospettiva di un 17% ottenuto alle europee, il 50% circa degli attuali eletti potrebbe non tornare alle Camere. Altro gruppo degli stellati è per andare ad elezioni e tentare, una nuova coalizione con il Pd, in ripresa, considerata una maggiore affinità che si è avuta con la Lega, partito di centrodestra. Le posizioni, quelle esplicitate, sono queste e trovare la strada migliore per il Movimento non sarà cosa facile: perdere il 50% dei voti, in circa un anno di governo, non è una batosta per Beppe Grillo che ritiene gli italiani non maturi per un vero cambiamento, ma preoccupa Casaleggio Fico e Di Battista e gli iscritti storici: il M5S è in grosse difficoltà e potranno salvare il salvabile alla sola condizione che trovino una soluzione che sia… comprensibile agli elettori.