Roma – Al governo mancava solo il “giallo” della missiva all’UE

Accade tutto e di più per far rompere, definitivamente la coalizione di governo, ed andare ad elezioni anticipate a settembre. Sono passate poco meno di 24 ore dalla conferma di Di Maio a Capo politico del M5S e, ancor meno dell’intervento a gamba tesa, del vicepremier Salvini: su Flat Tax, maggiore autonomia delle Regioni, Tav e rimpasto del governo, che è scoppiato il giallo della lette ra che, il ministro dell’Economia Tria, ha predisposto, per rispondere all’UE, che chiede chiarimenti sui conti italiani, anno 2018. Il ministro Tria ha dichiarato, in più occasioni, che non ci sarà bisogno di nessuna manovra correttiva e che, anzi, si spenderà meno  del 2,4% concesso, per effetto delle due  riforme bandiera del M5S, reddito di cittadinanza e quello della Lega, quota 100. Ma il giallo è la massiva che il Mef definisce falsa, non era a conoscenza nè del Premier Conte e nè del vicepemier Di Maio. Possibile mai che una missiva così importante finisca sulla stampa senza che ne siano consapevoli i vertici del governo? Conte ha confermato:” la lettera pubblicata dai giornali non è quella che devo studiare. E Di Mao, dal canto suo, taglia la testa al Toro: ” occorre una riunione a quattro: Conte, Tria, Salvini e Di Maio per comprendere cosa è accaduto. Una soluzione salomonica in quanto, solo così si potrebbe sciogliere il giallo e scoprire ,chi trama contro un esecutivo, già per altre ragioni sul piano inclinato di elezioni anticipate. La Lega ha messo le mani avanti e vuole l’attuazione del contratto, in tutta la sua stesura ma Di Maio, che ha ricevuto pieno mandato, non ha alcuna intenzione di andare al massacro, con il Movimento, senza dimostrare  con tutte le riforme, che il governo del cambiamento ha concretizzato le promesse elettorali, cioè ha bisogno di tempo. C’è da chiedersi la Lega, dopo il boom alle europee, ha convenienza oggi a andare ad elezioni e tornare in un centrodestra, con Forza Italia decotta e solo con Fratelli d’Italia? Il rozzo ministro dell’oltre Pò ha dimostrato, troppa intelligenza politica che sinceramente, nessuno gli faceva, per indispettire gli elettori che lo hanno portato, con un crescendo incredibile  dal 5, 8, 17 fino al 34%. il vice premier della Lega, alla luce dei conti, spread, partner di governo sta chiedendo tutto per rimanere, sulla cresta dell’onda ma, dovrebbe trovare la giusta misura per evitare una crisi che potrebbe rilanciare il Pd, ben oltre il 30% non per sua scienza ma per incapacità di chi è al governo. E Di Maio, oggi come oggi, non può concedere più di tanto alla Lega. Ma il problema c’è: il Paese va governato in un momento economico orribile e con l’UE che non è disponibile a fare sconti ad un’Italia governata da ” forze politiche” , senza nessun aggancio con popolari e socialdemocratici. Pensiamoci sopra senza perdere il sono ma la situazione è grave.

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