La ” Grande Pescara” da 200 mila abitanti, alla luce della posizioni assunte, dai sindaci di Montesilvano e Spoltore, appare un’utopia. La fusione dei tre Comuni sarebbe stata possibile se storia, cultura e tradizioni fossero state uguali o molto vicine. Ma la realtà non è questa. Il sindaco di Montesilvano, appena eletto, ha risposto i termini molto chiari:” Ci sono differenze e poi per quale motivo cancellare il nome del nostro Comune, antico e lanciato per diventare, per abitanti il terzo Comune d’Abruzzo, dopo solo Pescara e L’Aquila?”. E il sindaco di Spoltore, anche lui eletto il 26 maggio scorso, sornione, durante una trasmissione alla terza rete Rai, ha rilanciato la palla a Montesilvano, per capire come si disponeva la nuova amministrazione. Certo sarebbe un vantaggio avere una città, nel medio adriatico, di 200 mila abitanti, con lauti contributi dello Stato e la possibilità, di un’economia di scala, su un territorio vastissimo. Pescara ha più abitanti ma il territorio di Montesilvano e Spoltore sono molto più vasti. E non vada dimenticato che Spoltore, durante il ventennio, era stata annesso al capoluogo adriatico e che, non appena fu eletto il primo sindaco di Pescara, il socialista Giovannucci, ridiede la piena autonomia al paese, ricalcando i confini pre – fascismo. Bisogna solo aggiungere che, sia i residenti di Montesilvano e sia quelli di Spoltore temono di essere relegati a periferia della “Grande Pescara” e non vogliono che il nome del loro Comune sia cancellato dalla carta geografica. Da un’ultimo sondaggio,solo gli abitanti del capoluogo adriatico sono favorevoli, ma non di chi risiede a Montesilvano e Spoltore città che hanno una storia diversa, da Pescara che non ancora compie 100 anni, dalla sua unione con Castellammare Adriatico. I politici che vogliono raggiungere questo obiettivo, fra tutti il più acceso è l’avvocato Costantini, con un nutrito gruppo di amici, non troverà terreno facile. Queste fusioni non sono possibili, senza l’assenso corale e convinto di unirsi, sotto un’altra denominazione. Non è affatto un caso che all’epoca in cui venne tentata la fusione, Chieti – Pescara si parlò, di ” Teaternum”. Sul progetto della ” Grande Pescara” si discuterà tanto, che che ne dica il referendum positivo per la fusione. Contano le persone che devono sentire proprio il progetto, per quella serie di utilità, che ne deriverebbero per tutti. Se non maturerà questa convinzione il progetto rimarrà tale.