Roma – Il Premier parla agli italiani. Molta attesa dal “vaso di coccio”

Domani il Premier, Giuseppe Conte, parlerà agli italiani. Il Presidente del Consiglio ha avuto colloqui separati, con i suoi  due vice Di Maio, capo politico del M5S e con Salvini, leader della Lega. Depo questi incontri, Conte,  è salito al Colle per riferire al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, lo stato dell’arte di una coalizione litigiosa, prima, durante e dopo, la campagna elettorale per le euro pee  e amministrative. Il Premier, per non farsi “rosolare” dai due vice, come ha riferito al Presidente, ha tutta l’intenzione e la capacità, come docente universitario non politico, di dire agli italiani  come stano le cose e qual è lo sbocco possibile, agli scontri che ci sono stati, tra Di Maio e Salvini. Chi lo ha ascoltato all’uscita dal Quirinale e ieri, durante la celebrazione dei festeggiamenti per i 73 anni della Repubblica, ha trovato Conte chiuso ermeticamente. Non ha voluto preannunciare nulla per ovvi motivi di correttezza. Ma le ipotesi si possono fare. Il Premier avrebbe tutta l’intenzione di proseguire, per le caute aperture espresse, dai due leader del M5S e Lega. Ci sarebbe più di uno spiraglio, ed i motivi, sono facilmente individuabili. Una crisi immediata, per sciogliere le Camere per votare a settembre, e consentire così, al nuovo esecutivo di far in tempo ad approvare, il bilancio dello Stato, entro il 31 dicembre, è una soluzione che ha lasciato l’amaro in bocca a Di Maio e Salvini. Si presenterebbero agli elettori, con un paio di riforme bandiera, insufficienti per ottenere veri vantaggi elettorali. E poi il M5S  non avrebbe il tempo per darsi un’organizzazione partitica, sul territorio, come deciso. Ma lo spiraglio, constatato da Conte è strettissimo, e l’accademico preferirebbe staccare la spina, lui stesso, e non attendere che lo facciano Di Maio o Salvini. Dal suo canto la Lega, nonostante il successo elettorale, non solo dovrebbe confermarlo il che non è facile se non aggiunge, al suo carniere,  riforme sostanziali, come ad esempio, la Flat  Tax, cioè far pagare, meno tasse agli italiani con le manette pronte, per chi evade. Inoltre il M5S, per poter tornare al governo, avrebbe bisogno di avere quel 33% ottenuto il 4 marzo 1988, e trovare, un’altra forza politica, disposta a governare insieme. La Lega, se confermasse, un 30% potrebbe provare, con FdI e FI. Ma avrebbe a che fare, con una forza politica in dissoluzione “governata” da Berlusconi, rimasto al 1994, che crede ancora di essere il ” pilastro” del Cd. E con la Meloni che, con 6,36% pretende molto di più di ciò che rappresenta. Il Premier Conte, che politico non è, avrà certamente valutato, laicamente la situazione, e potrebbe porre le sue condizioni, per dimostrare che non è, un vaso di coccio, tra quelli di bronzo. Si crede che potrebbe affermerà:” Si può andare avanti attuando quella parte del contratto che è possibile, in questa legislatura, ma se i leader litigano su tutto, preferisco essere io a staccare la spina e tornare al mio Ateneo ed ai miei libri. La mia esperienza, certamente esaltante, termina qui. Ora tocca a voi decidere”.

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