Interessanti dati pubblicati dal’Inps sul Reddito di Cittadinanza. Le domande pervenute al 30 maggio, trattate con immediatezza, sono state 1.252.148. Di cui 674 mila accolte, 272 respinte e 9000 in ulteriore istruzione. Il tasso di rifiuto è stato del 26% e l’importo medio del Reddito è di 540 euro. Il Reddito realmente erogato, in media, è di 210 euro mese. Si tratta di una legge che ha puntato al sociale, garantendo un introito a chi si dibatteva, in grosse difficoltà economiche, senza sbocchi. Con una serie di misure di salvaguardia, per evitare che ne potesse godere chi non ne aveva diritto, cioè i soliti furbi, si sta andando avanti, con continue verifiche. Un intervento dello Stato che non è destinato a durare per sempre ma verrà perso, nel momento stesso in cui, il soggetto aiutato, troverà lavoro o gli verrà offerta la possibilità di guadagnare a precise condizioni. E’ indubbio che la macchina attuale presenta molte falle, non già dell’Inps, ma dei tanti uffici che dovrebbero funzionare cosa che non accade ovunque. A parte le trasmissioni televisive, che hanno colto delle verità a senso unico, c’è da dire che le falle ci sono e che i nuovi “uffici del lavoro” in alcune zone funzionano e il personale mostra efficienza e capacità di reperire occupazione, nonostante il momento economico negativo. Così come i “rifiuti” di andare a lavorare non mancano e non sono nemmeno giustificabili. La legge c’è e ora spetta ai cittadini, in stato di bisogno, saper fare delle scelte, così come tocca agli uffici operare bene. Se la legge fallisce non sarà colpa dei legislatori ma, dei troppi furbi, che circolano in Italia e che non meritano nessun commento. Ognuno sappia fare delle scelte utili a loro e alla società. Il lavoro nero non è una soluzione e i tanti che dicono di no al Reddito di Cittadinanza, è per continuare a lavorare anche bene, senza pagare tasse ma anche senza contributi per la pensione.