Roma – Giornata di fuoco. Lettera all’UE partita. Salvini:” Nessuno è fesso”

La posizione assunta dal vicepremier Salvini, prima del Quirinale, non aiuterà certamente l’Italia a spuntare, voti favorevoli, al Consiglio europeo. Non è questo il momento di fare politica e di gua dagnare i voti degli euroscettici ma di ottenere che non arrivi, sulle spalle degli italiani, la stangata di un’infrazione. Tutti, a parole, vogliono evitarla ma il comportamento, fatta eccezione per il Premier Conte e il ministro dell’Economia Tria, è contro l’UE o i leader di altri Stati che contano molto. Salvini, ha affidato a Facebook questi messaggi, prima che partisse la lettera del Premier a tutti i 27 Paesi dell’UE, al Presidente della Commissione Juncker e del Consiglio Tusk. Ecco le frasi:” Governi complici, ignoranti o fessi non ce ne sono più. Lavoriamo per uno shock fiscale, con taglio delle tasse e della burocrazia e per fare più investimenti”. Ma il vicepremier non si è fermato qui ed ha aggiunto un attacco diretto, al Presidente francese Macron e alla cancelliera tedesca Merkel:” Alcuni vincoli europei sono stati studiati per aiutare Parigi e Berlino e fregare gli altri”. Una giornata di fuoco. Vertice a Palazzo Chigi per la lettera, presenti Conte, Di Mao, Salvini, Bonafede e Bongiorno. Approvazione di bozza di Bilancio che sarà approvato, il 26 giugno prossimo, con la precisazione dei risparmi possibili, ma a Bruxelles non basta e, per questa ragione, il Premier fa aggiungere 2 miliardi, già congelati in precedenza per misura cautelare e viene previsto, in manovra, di poter effettuare altri accantonamenti. La tensione nel governo non tende a diminuire anzi sale ma il Premier è deciso: l’infrazione va evitata e il ministro Tria, fa il suo lavoro di raccordo, per raggiungere lo scopo. Il Presidente della Repubblica Mattarella, che punta a far rimanere saldamente l’Italia nell’Unione per non mettere in pericolo, il capitale privato italiano, gioca la partita fino in fondo con il Premier Conte. L’Italia non può e non deve nè uscire dall’euro e nè rischiare di mettersi contro gli altri Stati membri dell’UE. I patti vanno rispettati anche se, nella fase successiva sarà possibile ai politici, giocare la carta del cambiamento di una Unione Europea che, fino ad oggi, non ha creato sviluppo ma lo ha ridotto. Nel successivo vertice a Palazzo Chigisi è affrontato il problema della riforma del processo, dove i due ministri competenti in materia, il guardasigilli Bonafede e il ministro alla P.A. Bongiorno hanno esposto  come attuare una riforma, oggi più urgente di ieri, dopo lo scandalo che sta travolgendo la magistratura. Le soluzionidei due ministri non sono tra loro distanti anche se non coincidenti. Non si può mancare di aggiungere, davanti al pericolo di un’infrazione, che danneggerebbe il programma di sviluppo ed occupazione studiato dal governo indispensabile ad un Paese che soffre, un che Dio la mandi buona. Il dubbio fondato è che c’è chi lavora per allontanare l’Italia dall’Unione Europea, operazione ardita e tecnicamente impossibile.

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