Ok, il vicepremier Di Maio ha annunciato: 5000 assunzioni all’Inps. Una notizia che certamente è molto buona ed interessante ma non sappiamo se, è l’inizio di un nuovo corso più volte preannunciato, oppure un provvedimento isolato. E’ certo però che l’economia non ripartirà, fino a quando ci saranno tanti precari al lavoro, in enti pubblici o derivati oltre che nel privato. Si tratta di persone che vivono in una specie di limbo. Tra personale d’ordine e professionisti galleggiano nell’incertezza del giorno dopo: non si sposano, non fanno figli anche se, la statistica afferma che hanno una compagna, non possono accedere al credito, non acquistano nulla, mettono da parte quanto più è possibile, semmai rimanendo in casa con i genitori. Una sottospecie di lavoratori che non hanno alcun diritto e non sono pochi ma, centinaia di migliaia se non milioni. Se a questa quantità di persone si desse un posto fisso dove lavorano attualmente o in altra sede, l’economia avrebbe quella frustata indispensabile, per uscire dal Pil dello zero virgola. Chi passa da precario ad un’assunzione a tempo indeterminato diventa automaticamente un cittadino normale: può sposarsi e mettere al mondo figli, acquistare casa con un mutuo che la banca concederebbe, in proporzione al “reddito garantito”, acquisterebbe mobili, e il necessario per la casa. Ripartirebbe l’industria delle costruzioni, piazzando l’invenduto ed avviando il nuovo ciclo delle abitazioni. del terzo millennio. Inizierebbe il ciclo di un moltiplicatore economico che spalancherebbe le porte anche all’occupazione. Se a questa decisione di abolire il precariato, come avvenne per l’avventiziato anni ’60, ormai non solo necessaria ma in dispensabile, si aggiungessero le centinaia di cantieri tenuti fermi, fino a pochi giorni fa. Il governo potrebbe contare su altri introiti, frutto del guadagno dei lavoratori non più precari e anche il commercio al minuto, potrebbe contare su nuovi incassi e di conseguenza le industrie avrebbero più ordinazioni. La formula per rilanciare l’economia è elementare, occorre che il governo lo faccia proprio nel più beve tempo possibile, altrimenti la nuova economia o il rilancio dello sviluppo non ci sarà. Aumenterà solo il risparmio nemico della crescita.