Non passa un’ora che non si parli di elezioni anticipate. Non c’è più dichiarazione alla stampa, del ministro per gli Interni Salvini, che non si infili in una previsione di scioglimento delle Camere. Oggi ha incontrato al Viminale, le forze sociali e datoriali, ed ha esordito:” Ci interessa che molte persone paghino meno tasse, come fare per raggiungere questo obiettivo spetta ai tecnici. Quella che pensiamo dovrà essere una manovra seria, coraggiosa e certamente non può restare schiacciata sotto il 2%. Salvini ha ottenuto dai partecipanti, sostegno e consenso, per la revisione dei vincoli dell’UE. Una linea dettata dall’urgenza di crescita, sviluppo e occupazione. Tutti i partecipanti hanno chiesto che l’Iva non cresca e il ministro ha soggiunto, stiamo studiando l’eliminazione della Tasi. Il ministro ha poi incalzato: “…la mia linea non è quella del ministro Tria in quanto è impensabile, una manovra a costo zero, per gli investimenti e taglio delle tasse: chi vuole fare il gioco delle tre carte non fa parte del nostro progetto”. Alla domanda se pensa ad un voto anticipato, il ministro Salvini ha risposto: “Valuteremo la situazione a breve”. La verità è che non è il ministro Tria a non volere le riforme economiche, in quanto sa molto bene che, prima di procedere come vorrebbe Salvini, bisognerebbe cambiare le regole approvate a Bruxelles. Adottare una riforma in deficit darebbe alla Commissione Ue, in scadenza o nuova, di aprire un’infrazione per deficit eccessivo, inviare commissari che imporrebbero una nuova pesantissima austerità. Ecco il motivo che vede Tria molto preoccupato ed anche determinato a cercare fondi che non trova. Il governo, appoggiato dal Parlamento, dovrebbe ottenere, inseme a tanti altri Paesi in affanno, per mancata crescita e sviluppo, di cambiare le regole a partire da quel 3% che doveva essere, come confermato anche dall’ex Premier Prodi, solo un primo riferimento che poteva essere spostato, a seconda di come sarebbe andata l’economia dell’Eurozona. Spiegare, dialogare, far comprendere le ragioni che spingono, non solo l’Italia a cambiare le regole, questo è il compito più urgente. Le elezioni anticipate non cambierebbero nulla chiunque le vincesse, nei confronti dell’Unione Europea, che ha delle regole da far rispettare a tutti i Paesi aderenti.