Roma – Colloquio amichevole Trump – Conte. Al lavoro per la fiducia.

Il Presidente degli Stati Uniti Trump ha parlato, telefonicamente, con il Premier amico, Giuseppe Conte. Un primo contatto dopo il varo del governo giallorosso. la conversazione cordiale è servita per mettere a fuoco le cose da fare di comune accordo. Mercoledì scorso, il Dipartimento di Stato americano,, aveva rilasciato una dichiarazione all’Ansa di questo tenore:” Abbiamo fiducia nelle forti istituzioni democratiche italiane e siamo pronti a proseguire la stessa collaborazione, con il nuovo governo “. Significava questa dichiarazione alla quale ha fatto seguito, il colloquio telefonico Trump – Conte, a conferma di un’alleanza e, di comuni interessi, per le due nazioni. Intanto, Conte è chiuso a Palazzo Chigi, per preparare il suo discorso sul programma che dovrà presentare, per ottenere la fiducia, lunedì alla Camera e Martedì al Senato. Gli sherpa non perdono di vista, la situazione a Palazzo Madama, dove c’è una maggioranza risicata che non dovrebbe preoccupare Conte più di tanto. Paolo Gentiloni, proposto dall’Italia, nella nuova Commissione dell’Unione Europea, ha avuto un lungo colloquio con la Presidente che si insedierà ad ottobre, Ursula  von der Leyen. E’ noto che l’Italia ambisce ad ottenere gli Affari Economici, cioè il posto del commissario in uscita Moscovici. Un traguardo che non sarà facile anche se per l’elezione, della nuova Presidente della Commissione, M5S e Pd, l’hanno votata, il che non è poco, come biglietto di presentazione oltre alla preparazione di Gentiloni.  Il neo ministro per gli Esteri, Di Maio invece, ha lavorato convocando alla Farnesina, la squadra di governo del Movimento. Un incontro ritenuto necessario, per mettere a punto il lavoro da cominciare subito dopo la fiducia e riprendere in mano i provvedimenti, rimasti sospesi, per la crisi di governo. Mentre la maggioranza lavora per cercare un rilancio significativo per gli elettori del M5S e Pd, Salvini si prepara alla battaglia. L’intenzione del leader della Lega, è quella di mobilitare non solo le piazze: da Roma a Pontida dalle  Regioni e Comuni dov’è in maggioranza. Salvini vuole scatenare la guerra in Parlamento e, nelle commissioni parlamentari, dove ha numerosi presidenti. Vedremo cosa verrà fuori, dalle due mobilitazioni, delle forze di governo e quelle di opposizione.

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