“Il dado è tratto”. La storia, come le frasi famose, si ripetono anche in situazioni diverse. Domani Matteo Renzi sarà fuori dal Pd, la sera sarà da Bruno Vespa, per partecipare a “Porta a Porta”. A spiegare le ragioni dell’uscita, dei renziani dai democratici le elencate, ma solo in parte, Rosato.” Si tratta di motivi politici e personali. L’accordo con i 5S ha cambiato tutto. E quelli personali vanno ricercati nel fatto che, l’ex premier non può essere accusato di tutto, unitamente a chi ha lavorato con lui, per cercare di tirare fuori il Paese dalla crisi. Inoltre, Elena Boschi, sta vedendo il rientro dei fuoriusciti dal Pd, ora in Leu, come una possibilità concreta di cambi epocali, se tornano anche D’Alema e Bersani, una riflessioni va fatta o no?” C’era la convinzione che tutto sarebbe stato deciso alla Leopolda, ma poi la situazione è precipitata. L’addio di Renzi e del gruppone di parlamentari, che fanno capo, all’ex Premier non avrà, almeno per il momento, riflessi sul governo. Il sostegno a Conte 2 è scontato ma un contatto, tra il Premier e Renzi, non c’è stato: “per ora no”. ma è mai possibile che Zingaretti, segretario del Pd ed i suoi uomini più vicini: Orlando, Delrio e Franceschini, dopo la segreteria nazionale che ha dato, il via libera alla coalizione con il Movimento, con Leu e Male, non ha sentito la necessità di suggerire, al Premier Conte, di ascoltare Matteo Renzi, sul quale si può dire quello che si vuole, dentro e fuori il Pd, ma è e rimane un leader politico che ha un seguito, ben oltre il Pd. E il Premier Conte, prima di accettare l’incarico, non sapeva che c’era un politico, che fa politica con un seguito importante, dimenticato? Non è un caso che Di Maio, prima dell’accordo sul programma, chiese a Zingaretti:” Garantisci anche per Renzi?” e il segretario del Pd ha rispose ” La direzione ha approvato all’unanimità di procedere per la coalizione”. Errori su errori commessi nel Pd, con tanta faciloneria, forse perchè pensavano che il fiorentino, ormai, era fuori gioco. Il nuovo partito avrà un nome che sarà ufficializzato alla Leopolda, forse si chiamerà ” L’Italia del Sì”. Ma intanto è significativo che, non solo i renziani versino al gruppo, una quota pro capite, ma lo fanno anche altri nel Pd e, fuori dal partito. Inoltre e noto che ci siano parlamentari, non sollecitati ad aderire a questa nuova realtà politica, che si concretizzerà nel brevissimo periodo, pronti a passare con Matteo Renzi. La politica è in movimento e il Pd è nella bufera. Il ministro Franceschini e il segretario Zingaretti, prima dell’accordo con il Movimento, avrebbero dovuto dire quello che affermano oggi:” Il Pd è anche casa tua”. Ma fino ad oggi, Renzi è stato ignorato. Comunque, non si ha ragione di pensare che l’ex Premier faccia un piacere a Salvini, per il momento all’angolo nonostante Pontida. Ma la realtà che non doveva sfuggire, nè a Di Maio e nè a Zingaretti, è che Renzi c’è ed ha in mano molte carte da giocare. In politica gli errori si pagano, ne sa qualcosa Salvini.