La ragazzina di appena sedici anni, Grata Thunberg ha sfondato. Il suo “SOS Terra” e la sua accusa, non solo ai governanti ma a tutti gli adulti con ” Ci avete ingannato” ha scosso in tutto il Pianeta le coscienze, non solo dei giovani e giovanissimi, ma anche di chi oggi ha in mano il potere. nelle strada del mindo, stanno partecipando allo sciopero totale. l’appello di Greta è stato accolto da tutti: dal Tibet ad Amburgo, da Tokio a Edimburgo, da Tirana a Katmandou, da Orleans a Philadelphia, da Bordeaux a Milano. Manifestanti grandi e piccoli, persino nei passeggino, mostravano cartelli realizzati dalle loro mai, su cartoni o tavolette, per salvare il Pianeta, fino a quando c’è tempo per non superare il punto “0” quello del non ritorno. Greta ai potenti della Terra ha detto una frase semplice, come lo è lei, ma efficacissima:” Non dovete ascoltare me ma gli scienziati”. Parole da brivido se si considera che, i ragazzi di tutto ilo mondo, compresi i più poveri che vivono ai margini del deserto, dove nulla è più possibile coltivare e lottano, quotidianamente per sopravvivere, si sono trovati a fianco di quelli che, in tanti altri Paesi, hanno tutto. C’è stato quel comune denominatore, che la ragazza Greta, ha saputo coniugare, meglio e di più, dei potenti della Terra. Giusto l’intervento, tra i tanti, di David Sassuolo, Presidente del Parlamento Europeo:” Si tratta di un movimento epocale da appoggiare con entusiasmo perchè ha come costo la vita, la stessa possibilità di un futuro”. Greta chiuderà il suo tour davanti ad un milione di ragazzi, a New York. Il suo è stato un pellegrinaggio per sollecitare i governanti ad imboccare la strada, indicata dalla scienza, per salvare la Terra, la nostra unica casa. I ragazzi potranno partecipare non recandosi a scuola: sono tutti giustificati per una causa che riguarda tutti, ma soprattutto i giovani, ai quali va assicurato il loro futuro. L’impegno dei governi, nazionali e locali è da attuare subito. Non è più il tempo del faremo o vedremo si potrebbe aprire, un scontro generazionale, che ha per posta la salvezza da una fine orribile dei nostri figli, nipoti, pronipoti e di generazioni che non godranno quello che noi abbiamo ampiamente contribuito a sacrificare al “Dio Pil” o alle “nostre migliori comodità”.