Il summit dei ministri degli Interni che si è tenuto a la Valletta, capitale di Malta, secondo la dichiarazione del ministro degli Interni italiano, Lamorgese, sarebbe andato bene, tanto che ha dichiarato:” C’è l’accordo per un documento comune, che verrà discusso nel Consiglio degli Affari Interni che si terrà a Lussemburgo, l’8 ottobre prossimo. Quattro i punti che ci ha visti tutti d’accordo e già approvati da Italia, Malta, Francia e Germania, come ha confermato in una intervista, il ministro per l’Interno maltese Ferrugia. ” Rotazione volontaria dei porti di sbarco non solo italiani e maltesi già saturi; redistribuzione dei migranti, su base obbligatoria e per quote prestabilite, in tempi non superiori alle 4 settimane; redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo dei rifugiati; i Paesi che non aderiranno all’intesa, che sarà confermata in Lussemburgo, saranno penalizzati economicamente, dall’Unione Europea, negli investimenti; immediato inserimento nella banca dati, dei migranti e dei Paesi, dove saranno allocati che si faranno carico, anche dei rimpatri, qualora necessari. Provvedimenti che se diventeranno esecutivi vedranno Italia e Malta, i Paesi più esposti all’immigrazione non più sole – così come ha tenuto a sottolineare – la nostra ministra degli Interni Lamorgese. Da New York dove è giunto, il Premier Conte, per la settimana del Clima, c’è una interessante dichiarazione:” Uno Stato sovrano deve contrastare l’immigrazione clandestina”. Cioè deve sapere chi arriva, per quale motivo e se ha il diritto di rimane, non solo in Italia, ma in Europa. Sembra di intravedere, ancora in bozza, qualcosa di nuovo: chi sbarca nella frontiera Sud dell’Unione, non è un problema solo di una nazione ma di tutta l’Europa. Inoltre, l’immigrato ospitato, per un cero numero di giorni, non superiori a quattro settimane, sarà a totale carico del bilancio dell’Unione e non del Paese dove è arrivato. Non sarà tollerata alcuna sollecitazione o aiuto per le partenze verso l’Europa. E’ indubbio che, almeno per il momento, non è stato affrontato il problema degli schiavisti che continueranno a fare affari d’oro, con le partenze dei migranti. Da quello che si è appreso ci sono stati e ci saranno, incontri costanti, di Italia e Francia, con ” le due Libie” per ottenere un diverso e più severo atteggiamento verso gli schiavisti e torturatori. C’è da chiedersi fino a quando, L’UE, potrà offrire accoglienza sul suo territorio? Con il cambiamento climatico, intere popolazioni, saranno costrette per carestie a cercare di guadagnare la sponda europea. Per noi, il problema di una emigrazione biblica, per il momento può essere affrontato dall’Unione ma, il mondo intero deve farsi carico di una situazione, per evitare guerre determinate da carestie estreme e milioni di vittime. E’ bene pensarci da ora, invece che essere costretti ad accordi frettolosi, e sempre imperfetti o pericolosi.