Roma – Renzi in conferenza stampa lancia segnali:” Gruppo serio e tosto”

La conferenza stampa internazionale di Matteo Renzi, leader di ” Italia Viva”, affollatissima e caratterizzata da una pioggia di domande. L’ex Premier ha subito precisato:” Tra noi e il Pd di Zingaretti c’è una forte discontinuità e, se la Boldrini e la Bindi, rientrassero nel Pd sarebbe fisiologico e a loro mando, un ” in bocca al lupo”. Il segretario dei democratici – ha aggiunto Renzi – ha promosso subito chi ha votato contro, le nostre riforme costituzionali e che si è battuto contro il nostro Jobs act, il che è tutto dire.”  Alla Leopolda inizieremo il tesseramento e sarà interessante quello che accadrà, nell’arco di un mesetto. Oggi – ha proseguito Renzi  -siamo 42 di cui 27 deputati e  15 senatori  penso che, tra una trentina di giorni, saremo forse 50. Ma non è importante il numero lo è invece il fatto che il gruppo sia unico, credibile, capace e tosto”. ” Non ho paura del proporzionale – ha detto l’ex premier – in risposta ad una giornalista – perchè è una forma democratica di elezioni”. “Il Governo? – ha aggiunto il leader del novo partito – è più forte di prima: abbiamo approvato la programmazione di Conte. Ma attenzione non c’è una misura  che afferma o si approva o il governo va a casa. Le proposte non sono un ultimatum. Ad esempio Famact è una riforma che comprende: figli, asili nido, servizi, congedo parentale anche per maschi, rivoluzione culturale, in un Paese troppo maschilista, fatturazione elettronica ed altro ancora”. “…Noi nel PPE? No. Molti che sono e, saranno in Italia Viva, vengono dal Pse mentre altri guardano, con simpatia a Revew Europe, vedremo e, quando decideremo, lo faremo sapere. Da quello che si è appreso, oltre la conferenza stampa, non sono pochi senatori e deputati, di diversa appartenenza, dal M5S e Forza Italia o Lega che stanno trattando, il cambiamento di casacca. Ma questa non è la cosa più importante in questo momento. Renzi sta mandando segnali molto chiari a Zingaretti ed a Conte nonchè, trasversalmente al M5S. Proporre riforme o, non essere d’accordo su alcune parti del programma, varato dal M5S e Pd, non significherà sfiduciare il Premier, ma discutere una soluzione nuova e condivisa. In termini ancora più chiari, l’ex Premier, vuole giocare la partita, del nuovo soggetto politico, non per andare ad elezioni ma per ” governare” insieme e non per essere trainato e nemmeno essere traino. Infine alla domanda se lui tornerà al governo la risposta è stata ovvia: ” In tutte le democrazie ci sono  delle uscite e delle rientrate,ma questo lo lasciamo al tempo e alle situazioni che si creeranno, oggi non prevedibili”. In una sola parola il Premier Conte non avrà due interlocutori: Zingaretti e Di Maio ma ci sarà anche Reni, ma per interposta persona. Lui a questo tavolo non vuole sedersi e le motivazioni sono molto evidenti.

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