Roma – M5S da solo alle regionali. Di Maio ” Siamo la terza via, avanti così”

Regionali in salita per il Pd. Gli iscritti al M5S hanno votato la partecipazione del Movimento alle regionali, che si terranno il 26 gennaio, sia in Calabria e in Emilia Romagna. Subito dopo il risultato della consultazione, il capo politico dei 5S, ministro Di Maio ha dichiarato:” La base sula piattaforma Rousseau ( 27 mila su 125 mila), ha deciso di partecipare e noi lo faremo solo con il nostro simbolo “. Eppure, in giornata era circolata con insistenza la voce che gli iscritti, per evitare di favorire il centrodestra, avrebbero scelto la desistenza, per far votare il Pd e liste civiche aggregate. Chi ha votato sì ha preferito contarsi, nelle due Regioni senza fare,”regali pericolosi” al partito di Zingaretti, che avrebbe avuto più possibilità di vincere, soprattutto, in Emilia Romagna “ingoiando” i voti regalati. Si tratta di supposizioni che trovano conferma, nella considerazione che, Pd e M5S, sono tra loro alternativi e non complementari. Lo stesso Di Maio, questa sera ha parlato della “terza via”: quella del Movimento.  In casa Pd la decisione non è certamente piaciuta: non saranno le “sardine” a cambiare l’esito elettorale, peggio ancora non saranno, d’aiuto al Pd i centri sociali, se cercheranno di non far parlare i leader del centrodestra. L’epoca del bavaglio  è finita e gli elettori temono ogni tipo di violenza. Così come appare, abbastanza chiaro, che per il Movimento sarà il battesimo, per tentare di radicarsi sul territorio e allearsi con liste civiche, formate con uomini e donne, senza bandiera. Le elezioni, in queste due Regioni, saranno la prova del fuoco: Pd e liste di sinistra, M5S con liste civiche non politiche e centrodestra, in formazione completa: Lega, FdI e FI con liste civiche aggregate. Il fatto inedito è che, i due partiti della coalizione di governo, saranno l’uno all’altro contrapposti, nella ricerca del migliore risultato, ma su opposte sponde. Una nuova edizione della democrazia italiana: insieme a Roma e divisi nelle regionali. Un voto importante, per testare la temperatura del corpo elettorale, non per la stabilità del governo, oltre il quale, ci sarebbero solo le elezioni anticipate che andrebbero bene al Pd e al centrodestra, coalizione, quest’ultima, che pur perdendo decimi, è sempre vicino al 48%. Il Movimento non si rassegna, visti i risultati, a governare con partiti strutturati e che vengono per radici storiche, dall’altro secolo. Il ministro Di Maio, ancora una volta e, non a caso, ha ripetuto che il M5S per poter cambiare l’Italia e fare le vere riforme che servono al Paese, deve puntare a vincere da solo, segnando così la terza via e spazzando:centrosinistra e centrodestra. Utopia? Forse sì ma spesso, le utopie politiche, sono diventate trainanti.

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