L’organizzazione del Fridays for future è riuscita a portare, in 110 città grandi e piccole, 300 mila giovani. Pochi, in verità, per avere un peso sostanzioso su governo e Parlamento. I picchi si sono registrati a Roma, Milano, Torino e Napoli. Le interviste hanno avuto una sola risposta:” Vi chiederete perchè siamo qui, per la quarta volta in un anno, dopo altri tre scioperi globali. Noi vi chiediamo perchè non avete agito: uomini donne delle istituzioni: cosa aspettate? Sapete bene, la scienza ha lanciato l’allarme, che non c’è più tempo da perdere”. Lo striscione che apriva il corteo di Roma molto significativo:” Block Friday”. “Vogliamo sostituire la giornata mondiale del consumo con una giornata di protesta. Sconti? Noi non vogliamo contribuire ad alimentare questo modello che si è rivelato insostenibile e siamo qui anche in vista, di Cop25 Madrid, per denunciare l’attendismo dei governi in tutto il mondo. Per l’Italia ha detto la sconosciuta portavoce chiediamo:” Un decreto clima che sia all’altezza della catastrofe climatica in cui ci troviamo; No a proposte e interventi con risorse irrisorie che il governo ha proposto; vogliamo che siamo fermati i 19 miliardi di sussidi per attività dannose per l’ambiente; stop all’estrattivismo feroce; stop alla liberalizzazione al mercato dell’energia; stop alla produzione e vendita di armi; vogliamo un piano nazionale intestato energia – clima e relativi ingenti fi nanziamenti per azioni mirate alla mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici, a partire dalla decarbonizzazione totale entro il 2025; soluzione al dramma ex Ilva con una riconversione ecologica. Greta, non è stata presente in nessuna manifestazione, svolte e si stanno svolgendo, nel mondo. Lei è a bordo di una barca a vela in Atlantico, una scelta quella di rientrare con il vento, per non usare mezzi ad emissione di CO2. Sicuramente sarà presenta a Cop25 Madrid, dove, oltre a discutere di clima, la giovane avrà l’opportunità di lanciare un ulteriore allarme, già significato dagli scienziati e da Greta, portata all’Assemblea generale dell’Onu. Ma i governi, fino ad oggi, in buona parte favorevoli ad adottare provvedimenti, per uno sviluppo sostenibile, non sanno ancora come agire senza danneggiare in modo irreparabile le produzioni, l’occupazione e lo sviluppo su basi diverse. L’organizzazione, Fridays for future, ha messo al centro il problema clima che poi altro non è che salvare la Terra, già fortemente ferita. Ma gli esecutivi non possono mancare di ottenere, dagli stessi o altri scienziati, quale strada imboccare per salvare la Terra, abbracciare il nuovo modello, non ancora chiarito, evitare il crollo delle economie con conseguenze pesantissime sui redditi e, al limite, scatenare rivoluzioni. Certo al primo posto non può che esserci la salvezza della casa di tutti cioè del nostro Pianeta, l’unico sul quale l’uomo può vivere. Giusto che soprattutto i giovani protestino, per i tanti errori commessi e si eviti di giungere al punto “0” oltre il quale nessuno potrà fare più nulla per fermare le catastrofi dovute ad un clima impazzito privo dal suo equilibrio naturale.