Per risolvere il grosso problema dell’ex Ilva ci sarà, un nuovo piano industriale di ArcelorMittal che prevede, investimenti in tecnologia verde. Non è noto di cosa si tratti ma riguarda certamente l’abbattimento delle polveri e l’alimentazio ne degli alti forni. Questo settore verrebbe realizzato, da una nuova società finanziaria, formata da investitori pubblici e privati. La notizia è stata resa nota, dallo stesso gruppo franco – indiano, che ha già firmato un pre – accordo con i commissari ex Ilva. Per varare questo primo accordo c’è stata l’autorizzazione, del ministro allo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, dopo aver ascoltato i commissari straordinari che hanno così potuto firmare degli Heads of Agreement. Lo si può dire, con questo passaggio, sono state poste le basi per trovare, un accordo completo entro il 31 gennaio, dell’anno prossimo. Inoltre nel protocollo d’intesa c’è un impegno preciso:” Il governo italiano. alla luce dell’interesse strategico nazionale, delle attività ex Ilva e del suo impegno, per realizzare un nuovo accordo verde, è fortemente impegnato a preservare il business come impresa corrente e gli attuali livelli occupazionali sulla base e perfet tamente coerenti con il nuovo piano industriale, attualmente in discussione, tra le parti. La società, franco indiana, punta a produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio entro il 2023 così come scritto nel protocollo di intesa. Appare evidente che in questa fase, l’ArcelorMittal, i commissari ex Ilva e il governo, nell’accordo da chiudere nel mese di gennaio, dovranno riuscire a raggiungere insieme alla produzione, punto cardine per imboccare la strada della tecnologia verde, a difesa degli abitanti di Taranto e circondario. L’ultima e decisiva parola spetterà ai sindacati decisi ad evitare licenziamenti, prepensionamenti o cassa integrazione. L’attuale quantità di lavoratori, questo è quello che si comprende, verrà impiegato per la produzione vera e propria e, per rendere lo stabilimento e l’area rivierasca – portuale priva, di pericoli per la salute degli abitanti di Taranto che hanno subìto, per decenni, guasti ampiamente dimostrati dai sanitari dell’ospedale specializzati in Oncologia. La strada intrapresa potrebbe cambiare il destino di Taranto, grazie ad interventi mirati, e dell’acciaieria che non sarebbe più il mostro da combattere ma, una fonte di reddito molto importante in una città meridionale. Questo è il modello da perseguire utilità e salute.