Roma – Il M5S rischia di implodere. Manca un vero statista nel Cs e Cd

Il M5S in crescenti difficoltà rischia di implodere. Lo scontro all’interno del Movimento e senza esclusione di colpi: c’è chi ha usato il dissenso, contro le dimissioni del ministro all’istruzione Fioravanti e chi ha usato Fb per cercare di inchiodarlo e togliergli ogni credibilità.  Chi ha attaccato il dimissionario è il ministro alla P.A.,  Fabiana Dadone, che ha affermato:”  Trovo stucchevole che chi professa coraggio agli elettori poi scappi dalle responsabilità politiche. Se hai coraggio non scappi. Se condividi davvero una battaglia, non scappi. Se mangi sale quando devi e porti avanti un progetto ( ammesso che lo si abbia realmente condiviso). La coerenza – continua il post su Fb  della ministra Dadone – La coerenza  è per lo più un pregio, ma alle volte  rischia di sconfinare  nella sterile testimonianza che, peraltro,  si addice poco a chi occupa posizioni di responsabilità”. Ma un ministro che lascia la poltrona all’Istruzione e ricerca, per non aver ottenuto quello che era necessario per ” galleggiare”, e decide di lasciare la poltrona non può essere considerato un politico che scappa. Ma nel M5S, non sono solo queste dimissioni che danno l’ampiezza della insoddisfazione. C’è chi tratta con la Lega per un passaggio, in un collegio sicuro, e Salvini è l’unico oggi che può garantire la rielezione al 100%. Ci sono i “responsabili” che trattano con il M5S e Pd, per colmare i vuoti che si creerebbero in Senato con l’intento di far cadre il governo, ma trattano anche con la Lega e decideranno in base alla migliore offerta. Storie in bianco e nero ma anche storie, a colori, che accadrebbero, nei primi mesi del 2020. La realtà che stiamo vivendo, al di là delle forze politiche al governo ed alla opposizione, è che non ci sono, e non si intravedono nemmeno all’orizzonte,  statisti capaci di catalizzare l’attenzione degli elettori, sui veri problemi del Paese e di come risolverli insieme al popolo come accadde, nel 1960, con il dimenticato ” miracolo italiano”. Ma cosa può raccontare ai terremotati del centro Italia, un governo che ha fatto passerella più volte, promettendo una ricostruzione celere a gente disperata  costretta a vivere in baracca, in una casa in fitto, sia pure pagata dal governo, o in albergo. Cosa può raccontare, questo esecutivo in carica o il governo precedente, M5S – Lega, ad un popolo che chiede investimenti, occupazione e stabilità se non c’è stato e non c’è accordo su nulla. Di Maio afferma quello che è irrinunciabile come togliere le concessioni autostradali a chi le ha per i guasti accertati mentre il Pd è molto più prudente così come sul problema della giustizia penale e prescrizioni. Si tratta solo di esempi. Quale credibilità può avere un Premier come Conte, che rimane al suo posto con un governo di Cd per poi a passare a quello di Cs, ed anzi riuscire ad ottenere l’elogio, come uomo di sinistra dal segretario del Pd, Zingaretti. Oppure che tipo di credibilità può vantare Conte che conversando xon la cancelliera Markel riferisce, la frase è stata rubata, che il suo ministro per l’Intero ( era Salvini) se la prende con tutti per l’insoddisfazione di non ottenere tutto ciò che vorrebbe. o in Parlamento si permette di dare lezione di correttezza al suo ex ministro per oltre 18 mesi durante i quali non lo ha mai richiamato.  Suvvia non scherziamo! I veri statisti l’Italia li ha avuti e non tutti al governo ma anche all’opposizione. La responsabilità, di questa maionese impazzita, non è colpa soltanto di chi oggi fa politica ma dei tanti, fortemente dotati, che hanno preferito stare lontano da una democrazia che mostra, difficoltà crescenti, nel risolvere problemi giganteschi dall’evasione all’assenza dello Stato sul territorio.

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