Ci risiamo. Il Bollettino economico della Bce torna sull’indebitamento dell’Italia per affermare ” che è fra i Paesi, con documenti programmatici di bilancio che presentano rischi, di non conformità al Patto di stabilità e crescita e che continuano a registrare livelli di debito, molto elevati per i quali non è stato ancora avviato, un costante percorso di riduzione. Il Bollettino cita anche i casi di Belgio, Spagna, Francia, Portogallo, Slovenia. Slovacchia e Finlandia. Ma la maggiore preoccupazione, è destata dai Paesi con un elevato rapporto, tra debito pubblico e Pil”. Ovviamente non si cita nulla sull’indebitamento italiano che è stato sempre onorato, sia nel versamento puntuale della quota spettante all’Unione Europea e sia per gli interessi regolarmente pagati a quanti hanno investito. Così come il Bollettino della Bce non pone l’accento, su una crescita striminzita con un 2019, media UE, 1,2% e 2020 1,2%. Una ” crescita” talmente bassa che non consente a nessuno Stato di abbassare il debito, anche se i governi prevedono decimali per per abbassare il debito. La Bce di Lagarde, fermo restando il debito elevato, dovrebbe preoccuparsi di investire per una crescita maggiore e soltanto dopo ottenere che una quota venga destinata ad abbattere il debito. In economia nessuno fa miracoli ma se si innescano, investimenti e lavoro, il problema calo – debito si avvia a soluzione automaticamente. Ecco che diventa determinante il ruolo della Bce nel favorire investimenti. La nuova presidenza, nel suo discorso d’insediamento, ha esternato tutta l’intenzione di imboccare questa strada maestra.