Il Premier Conte, una volta lasciata Ankara, dove ieri ha incontrato il Presidente Erdogan e dopo aver saputo che, il generale Haftar, non aveva firmato il documento del cessate il fuoco e che, entro 48 ore, deciderà cosa fare ha rilasciato una dichiarazione:” Questo fatto non deve distrarci dal nostro lavoro. La cosa importante che il cessate il fuoco sia rispettato”. Il Presidente del Consiglio Conte, ha incontrato al Cairo il Presidente dell’Egitto al Sisi, nettamente contrario all’intervento turco in Libia. Il Capo del governo ha avuto, un lungo colloquio per verificare se sono possibili aperture per un dialogo di pace sul problema Libia e sulla Conferenza di Berlino, fino ad oggi preannunciata per il 19 gennaio. Tra l’altro, Conte ha già ricevuto l’invito della Cancelliera Merkel, per la Conferenza di Berlino e non ha mancato di sottolineare, nuovamente, l’importanza di un posizione unitaria dell’Unione Europea”. Alla domanda dei cronisti se verranno inviati altri soldati italiani in Libia, la risposta del Premier è stata brevissima ma significativa: ” Non lo escludiamo”. I motivi sono almeno due: la presenza a Sirte, dell’ospedale militare italiano, che va difeso in caso di attacco, su vasta scala dei miliziani del generale Haftar. Ospedale – va detto – che cura feriti senza badare da che parte stanno e che ha effettuato, un imponente lavoro, per la popolazione civile. E l’invio di altri militari sarebbero, caschi blu, quindi protetti dall’Onu, e farebbero parte del contingente presente in Medio Oriente, dove ha ben operato ed ha evitato scontri tra opposte fazioni. Militari che hanno acquisito, una lunga esperienza per imporre la pace, senza usare la forza. Conte ha colto l’occasione per parlare con al Sisi del caso Regeni ed ha ottenuto una risposta utile tanto da poter affermare:” Bene la ripresa della collaborazione”. Per poi aggiungere subito dopo:” Ma serve il risultato”.