Accadono fatti strani nel nostro Paese.Il Premier Giuseppe Conte, non politico e non parlamentare, commenta il risultato delle regionali, come se fosse il segretario, di uno dei partiti politici. Conte è il Premier, nominato, e dovrebbe occuparsi di risolvere i problemi del Paese, con la maggioranza che lo ha confermato, nel prestigioso incarico. Le regionali hanno fornito delle indicazioni che appaiono più che evidenti e il vice segretario del Pd, Andrea Orlando, solitamente molto misurato, ha sollevato una realtà che non è sfuggita a nessuno. L’uomo politico, tramite Radio Capital, ha fatto delle riflessioni sul M5S che dopo questa sconfitta, dovrebbe rinunciare, ad un armamento politico che non paga elettoralmente e che rende difficile l’attività di governo. Orlando ha precisato:” Noi non vogliamo posti ma un assetto programmatico che tenga conto dei temi delle disuguaglianze, lotta per la transizione ecologica e che sia messa da parte, dal M5S una certa vena antipolitica e giustizialista. A noi interessano i tempi. Vogliamo assolutamente rivedere i decreti sicurezza e trovare un accordo per una norma diversa da quella Bonafede sulla prescrizione”. La reazione del M5S, è giunta da Vito Crimi, capo politico reggente, del M5S che è intervenuto con estrema prudenza. E’ invece giunta, con determinazione, dal sottosegretario agli Esteri; Manlio Di Stefano, il quale ha usato i toni, che sono consueti tra gli stellati e chi no la pensa come loro:” Consiglio vivamente al Pd – ha detto l’uomo di governo – di evitare che la giusta esultanza si trasformi in bislacche fughe in avanti, su ipotetiche ” modifiche dell’asse politico del governo”. Le riforme del M5S già fatte stanno tute dando risultati ottimi, quindi c’è poco da chiedere , tantomeno pretendere, di cambiare e ” non vorrei dover ricordare a tutti che, gli equilibri numerici in Parlamento, non sono mutati di una virgola”. Muro contro muro, tra le proposte del Pd che ha obiettivi diversi, da quelli del M5S e, l’arroccamento immediato di esponenti del Movimento che va, dal Vito Crimi al sottosegretario Di Stefano non fa presagire nulla di buono. Non è così che può funzionare una coalizione che, per diversi obiettivi, occorre trovare la mediazione che non scontenti gli elettori, dell’una e dell’altra parte ed anche gli italiani. IL ” mediatore” c’è ed è il Premier il quale davanti al primo piccolo focolaio polemico è intervenuto:” La prospettiva di governo è di più ampio respiro dobbiamo lavorare per contrastare questa destra. Mi auguro che si possa rafforzare un più ampio fronte progressista , riformista, alternativo alla destra, dove possono trovare posto tutte le forze, pur con diverse sensibilità che vogliono condurre, una politica alternativa, alla destra. Per poi pronunciare, un’altra sua qualità ai cronisti ricevuti davanti a Palazzo Chigi. “Io sono un costruttore per definizione”. Perbacco Conte è il tutto:” avvocato del popolo”, ” mediatore tra le forze politiche”, e da oggi:” costruttore per definizione”. Tra qualche giorno forse sapremo che agisce su ” ispirazione”divina . Il Premier faccia il premier e lasci, ai responsabili delle forze politiche, la loro interpretazione sui fatti che sono accaduti e stanno accadendo in queste ore, nelle varie segreterie dei partiti. Certo la cocente sconfitta del M5S ha lasciato immutato il numero dei parlamentari,meno quelli espulsi, o che hanno cambiato casacca. Ma non vada valutato che ora il leader della Lega, Matteo Salvini, ha più disponibilità per agire ed offrire collegi sicuri a senatori oggi, pentastellati, ma che continuano a trattare per il loro passaggio alla Lega. Ed infine, il Premier Conte, non può più fare a meno di parlare solo, con il Pd e il M5S, c’è Italia Viva, di Matteo Renzi che, da queste regionali, ha tratto ulteriori vantaggi. Comunque il Premier stia per un pò tranquillo, Salvini ha rinviato la spallata al governo perdendo in Emilia Romagna. Per mettere a punto un nuova strategia, per tentare far cadere il governo, si ha ragione di credere che ha bisogno di tempo.