Roma – Scontro al calor bianco sulla prescrizione. Bonafede cede o travolto

Il ministro per la Giustizia, Bonafede, non può certamente dire che, non è stato avvertito in tempo, circa la sua prescrizione. Così come il M5S sa benissimo che il ministro deve fare un passo indietro e trovare una soluzione all’interno della coalizione, come accade sempre, quando un partito governa con altre forze. La prescrizione, abolita di fatto da Bonafede, è stata contestata da alti magistrati,  stragrande maggioranza degli avvocati oltre che dal Pd, Italia Viva e dalle opposizioni. Il leader di Italia Viva, lo ha detto con estrema chiarezza, durante l’assemblea del partito e ad un intervista su La 7:” Bonafede è avvertito, così come il Premier ,che deve ” sminare” la questione la prescrizione di Bonafede venga messa sul tavolo per poterne discutere e modificarla. Conte – ha proseguito Renzi – ha tutto l’interesse a prendere atto, delle tante contrarietà alla prescrizione, del ministro Bonafede. Non credo che il governo cascherà e non voglio che  cada – ha scandito Renzi – ma, una forza politica che non ha i numeri, non può dettare legge. E va anche aggiunto – ha precisato Renzi – che non è Italia Viva che ricatta il governo. Ho messo in guardia il ministro per la Giustizia a tenere gli occhi aperti, con chiarezza, se procedi come vuoi sbatti contro un muro”. L’Itala Viva non ha certamente intenzione di andare ad elezioni anticipate ma sulla prescrizione non farà un passo indietro. Dal canto suo anche il segretario del Pd, Zingaretti,  con un linguaggio meno aggressivo, ha chiesto al Premier Conte di intervenire, aprire un confronto e chiudere questo scontro violentissimo su un argomento delicatissimo, tenacemente sostenuto dalle varie forze politiche. In campo anche l’opposizione con il Pdl Costa, rimandato in commissione per ragioni di opportunità politica, ma pronto a rientrare in Aula, per bloccare la legge Bonafede, in relazione ad prescrizione di fatto abolita. Il segretario del Pd è tornato sui tanti problemi per riaffermare “… basta ad utilizzare picconi per distruggere ora occorre – a suo parere –  ricostruire il Paese”. La realtà però è ben diversa, la coalizione M5S, Pd, LeU e cespugli non sembra in grado di riuscire a trovare accordi, non su un argomento ma su azioni determinanti, alcuni per tutti: riapertura di tutti i cantieri, occupazione, concessioni autostradali e Ilva. O il governo decide, e porta in Aula i provvedimenti, oppure la vita dell’esecutivo sarà sempre più travagliata fino allo sfilacciamento. Nessuno dimentichi lo “sfarinamento” in atto del M5S che potrebbe essere superato, non già dal’opera di Crimi, ma dalla politica del fare l’unica in grado di far vedere agli italiani un orizzonte oggi evanescente.

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