E’ fallita la mediazione tentata dal Premier Conte per ottenere che Italia Viva, accettasse l’accordo raggiunto, sulla prescrizione, dal M5S, Pd e LeU. Renzi, dopo l’assemblea dei parlamentari ed iscritti, confortato dalla proposta di dire no ad una prescrizione abolita, ha detto no, si batterà contro ” l’aberrazione”, e voterà contro. Se ciò che è stato dichiarato avverrà e, le posizioni resteranno queste, la riforma Bonafede non ha i numeri per essere approvata al Senato. Infatti senza i voti dei senatori, di Italia Viva, non c’è più la maggioranza. Renzi non si è fermato al no ma ha detto altre due cose importanti: cercherà di “ibernare “, il lavoro concluso dal ministro Bonafede votando il testo del senatore Costa di centrodestra, che finirebbe per bloccare tutto. Ma c’è di più il leader di Italia Viva ha soggiunto:” Se Pd, M5S e LeU hanno deciso di buttarci fuori dalla maggioranza, lasceremo le poltrone di governo. Per noi conta di più dare agli italiani una riforma che non condanni a vita, un cittadino, ad attendere una sentenza che non arriverebbe mai. Dello stesso parere di Italia Viva: tutti gli operatori della Giustizia, dalle più alte cariche della magistratura fino all’ultimo avvocato, per non parlare, di una vastissima platea di cittadini. Questo significa che cadrà il governo e si andrà ad elezioni anticipate? Renzi non lo vuole, e si può anche capire il motivo, per rafforzarsi sul territorio, Italia Viva, ha bisogno di tempo. Così Conte e Zingaretti avrebbero a disposizione i cosiddetti “responsabili” o ” volenterosi”, oggi nel gruppo misto o amici di Quagliariello prontissimi a dare i loro voti, in cambio, ci sembra giusto, di posti di potere. Una richiesta ovvia che appare inutile sottolineare. In questo caso si formerebbe una nuova maggioranza, con Conte sempre Premier. Un governo che non cadrebbe, grazie al voto di senatori o senza bandiera o di centrodestra. Un vero pasticcio che riporta alla mente, il peggiore periodo, attraversato dagli italiani, con il “quadripartito” o “pentapartito”, del secolo scorso. Una soluzione escogitata o, comunque accettata, dal M5S. Pd e LeU, ma soprattutto, questo è l’incredibile, dal Premier Conte che rimarrebbe in carica, con una terza maggioranza! Presidente del Consiglio con M5S – Lega, stessa carica con l’attuale maggioranza M5S, Pd, Italia Viva e LeU, cioè l’opposto della precedente coalizione. Ed ora rimarrebbe in carica con l’apporto di voti di centrodestra. Non si tratta più di “trasformismo”, come Conte sarebbe stato bollato, dalla politica del secolo scorso ma, di “un’attaccamento” alla poltrona ed alla carica, che non ha precedenti nella storia repubblicana. Ed ecco che non è più un caso, ma c’è una ragione ben precisa. Il segretario del Pd , Zingaretti, continua a definire, l’ultima volta ieri:” Conte capo dei progressisti”. Se questa sarà la conclusione, per approvare la riforma dei processi targati Bonafede si può affermare, con assoluta tranquillità che il Pd e LeU non hanno più una loro identità, per non parlare del M5S che si sta sfarinando, giorno dopo giorno, e cerca un recupero, costi quello che costi, fino a tor nare in piazza il 15 febbraio. Cioè un partito di maggioranza relativa e di governo, che scende in piazza per dire, a loro stessi e alleati di governo, che le riforme fatte in un anno e mezzo, quindi anche quelle realizzate con la Lega, non si toccano. E mentre tutto questo accade c’è chi acquattato, nemmeno tanto nascosti, ci sono due soggetti del Movimento molto stimati:Paragone d Di Battista contrari alla coalizione M5S – Pd, considerato da Dibba:” Il peggiore tra i partiti al servizio…dei poteri forti”. E tutti questi contorcimenti perchè le intenzioni di voto, dei vari istituti di ricerca, danno la Lega al 32,5%, FdI al 9,5 ed infine FI al 6. Cioè il centrodestra intorno al 48%. Una previsione che paralizza i partiti al governo e che dimostra però, un’attività di governo, fallimentare. Se Salvini, senza potere e con problemi con la giustizia, per i migranti e porti chiusi, rimane saldamente oltre il 30% un motivo ci deve essere: gli italiani non si fidano di chi è al governo. Politica a parte è tutto fermo, dai cantieri finanziati da… far partire, dalle…concessioni autostradali da… revocare, dalle riforme da… riformare.. . Le sole intenzioni non bastano lo dicono gli italiani che guardano ancora alla Lega dell’ex ministro agli Interni, rozzo leader, dell’oltre Po.