Meglio tardi che mai. I governatori delle Regioni del Nord Italia, avevano sollevato dei dubbi sul fatto che, chiunque giungesse in Italia dalle zone dove c’è l’epidemia da coronavirus, venise avviato in strutture per una quarantena di 15 giorni. Lo scopo era evidente: evitare sgradire sorprese di contagiati in circolazione. I governatori erano però di centrodestra ed avevano chiesto che anche i bambini, che frequentano asili o scuole pubbliche rispettassero, lo stesso identico trattamento precauzionale previsto per gli adulti. Il colore della pelle, specialmente in questi casi, di epidemia globale, non conta nulla. I governatori, tra l’altro fecero presente che, proprio i bambini erano più vulnerabili, per un contagio in quanto, come avviene sempre: amano stare insieme, attaccati l’uno all’altro e spesso si passano, matite o colori, tenuti prima in bocca. La risposta fu secca da parte del ministro Speranza, ministero della Salute e del Premier Conte:” Fidatevi dell’autorità sanitaria che sa, quello che eve fare, per evitare contagi”. Così i bimbi, giunti dalla Cina ed anche da Wuhan sono tornati a scuola ed hanno abbracciato, i piccoli compagni, senza problemi. Forse il ministro Speranza aveva temuto che si trattasse, di una ventata di discriminazione, nei confronti dei bambini cinesi. I governatori, fecero un passo indietro e tutto è andato come disposto dal ministero della salute, in netta contraddizione con le misure, peraltro drastiche, prese per gli adulti, italiani e stranieri, di rientro dalla Cina. Oggi la novità, o meglio un netto ripensamento: i bambini, che sono stati in Cina, o provengono da aree a rischio contagio, è meglio che restino a casa sotto, l’attenta sorveglianza e responsabilità, dei genitori. Una misura cautelare che doveva essere presa, sin da quella che ha riguardato tutti gli adulti, di qualsiasi nazionalità, italiani compresi. Chiaramente non poteva, per competenza che, la nova disposizione riguardasse, il Dipartimento delle Asl di competenza e non già, quella scolastica, che si occupa di istruzione e non di coronavirus. Si dirà meglio tardi che mai nel riparare agli errori macroscopici come quello accaduto. Auguriamoci tutti che non ci sia stato, tra i bambini, nessun contagio: sarebbe un vero disastro, vista la facilità della trasmissione del virus, da uomo a uomo . Una lezione per tutti: la politica, quando si tratta della salute pubblica faccia un passo indietro a tutti i livelli, compresa la Presidenza della Repubblica. E’ indubbio che l’abbraccio da”nonno” del Capo dello Stato” ai piccoli che, senza alcuna distinzione, di etnia e provenienza, frequentano luoghi di istruzione o svago è stato visto, anche all’estero, come uno spot pubblicitario:” Questa è l’Italia dove le differenze etniche sono state abbattute. Ed i bimbi giunti dalle zone infette della Cina, non hanno subito alcuna discriminazione”. Ma diciamolo, la decisione presa a Roma, è stato un azzardo: il coronavirus, non perdona e il dato globale dei contagi lo dimostra. L’OMS continua a ripetere una raccomandazione:”attenzione e cautela fino a quando non ci saranno medicine adatte o un vaccino in grado di risolvere l’epidemia che è e rimane globale”.