Roma – Governo e minoranza si sono confrontati. Accordo no ma questa è democrazia

Magggioranza e minoranza si sono incontrati a Palazzo Chigi, in un’atmosfera non proprio amichevole ma, nel pieno rispetto dei diversi ruoli. Per la maggioranza, intorno allo stesso tavolo: il Premier Conte, i ministri Gualtieri, D’Inca, Rapporti con il Parlamento e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fraccaro. Per la minoranza, il leader della Lega Salvini, la segretaria di FdI Meloni e il vice presidente di FI Tajani.  Insieme, alla delegazione di minoranza, anche i capigruppo di Camera e Senato. Le due parti hanno discusso e la minoranza ha insistito, su un punto che ritiene fondamentale, così come chiesto dai governatori e dai sindaci dei grandi Comuni di Cd:” Chiudiamo tutto, ma proprio tutto per 15 giorni, e poi ripartiamo con tanta voglia di riconquistare, la nostra libertà di fare politica e sollecitare investimenti, privati e di Stato. Salvini ha marcato questo punto:” Occorre un commissario ad hoc, un uomo come Bertolaso, capace con la sua esperienza, è l’uomo giusto per rilanciare il Paese. Soprattutto, Tajani e Meloni, hanno significato che occorrono decreti molto severi per far rispettare, le norme ” salva tutti”per chi vuole continuare a fare ciò che vuole. Così come è stato significato, dal Cd,, che le foto delle carceri a soqquadro,, che hanno fatto il giro del mondo, non ci hanno fatto certamente bene. Anche se, già da oggi,  a parte gli evasi da Foggia, la situazione è tornata sotto controllo. Conte ha ascoltato e preso appunti. Davanti alla richiesta di norme più stringenti, nei confronti della popolazione, perchè stia a casa e non violi le decisioni necessarie, ha accennato un no, perchè metteva in dubbio quanto  assunto dal governo in carica. Così anche per la nomina, di un commissario ad hoc, nella persona di Bertolaso c’è stato il no sull’uomo senza giudicare le capacità ma la posizione politica. Il fatto importante è che maggioranza che governa e minoranza si siano confrontati. Non è importante, che non abbiano trovato un accordo, chi avrà ragione lo sapremo tra dieci o quindi giorni. Se l’epidemia scemerà fino a numeri insignificanti avrà avuto ragione il governo,  diversamente, il suggerimento delle minoranz,e meritava più ascolto. Dopo l’incontro le dichiarazioni dei vari esponenti del Cd sono state improntate solo a sostegno delle loro tesi: “…il governo sbaglia e noi, con spirito collaborativo, abbiamo portato dei suggerimenti utili ad uscire da questa situazione che, tra l’altro, avrà uno strascici di indebitamento per miliardi e non ci saranno quelli, per la ripartenza. Da Palazzo Chigi c’è stata una messa a punto: il governo o il Premier non hanno detto di no nè alla nomina di un coordinatore ad hocper l’epidemia  e nè ad  inasprire il modello da seguire, se non giungeranno si risultati che l’esecutivo si aspetta. Tra l’altro, si tratta di norme di comportamento suggerite dagli esperti della sanità, ed elogiate dall’Oms. Intanto il ministero della Sanità, perfettamente consapevole che, sanitari e infermieri, stanno per andare in tilt, dopo essere stati in trincea dall’inizio dell’epidemia, sta accelerando, l’assunzione del personale necessario, per consentire turni di riposo a chi è andato ben oltre le sue forze. Dalla Cina sono in arrivo strutture, per aiutare la respirazione dei pazienti che ne hanno bisogno e 100 mila mascherine. Il confronto tra governo e opposizione, non poteva mancare di toccare anche lo stop ai mutui, tasse, misure per aiutare le famiglie e le attività produttive. L’importante, per la democrazia, è che maggioranza ed opposizione hanno parlato e discusso su un problema così rilevante che riguarda tutti gli italiani. Ci voleva l’accordo? No, Non se lo poteva spettare nessuno ma ora, le posizioni sono chiare, e in un Paese libero e maturo, davanti ad una epidemia di questa portata, il confronto non può che considerarsi positivo.

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