Baghdad – Altissima tensione Usa – Iran per l’uccisione di Qassem. L’Italia:” Moderazione”

Gli americani, con un drone, hanno ucciso a Baghdad, il generale iraniano Qassem Soleimani, un uomo che aveva sconfitto, nella sua zona di influenza i combattenti dell’Isis. Vicinissimo alla Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Alì Khamenei, considerato il possibile successore alla guida del Paese. Il raid è stato ordinato, direttamente dal Presidente Trump, in quanto Qassem aveva condotto e stava conducendo, l’assalto all’ambasciata americana, nella capitale irachena. L’uccisione del generale, un idolo per gli iraniani, rischia  di far salire ulteriormente la tensione, tra Stati Uniti ed Iran, ed inevitabilmente in tutto il Medio Oriente. La reazione iraniana è stata, come era prevedibile, durissima:” Un atto di vero terrorismo” che non potrà che portare ad immediate ritorsioni”. Il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha precisato:” L’atto di terrorismo internazionale degli Stati Uniti  con l’assassinio del generale Soleimani, la forza più efficace nel combattere il Daesh, Al Nusrah e Al Qaida, è estremamente pericoloso ed una folle escalation. Gli Stati Uniti si assumeranno la responsabilità  di questo avventurismo disonesto”. Il Pentagono, dal canto suo, ha posto in evidenza che, il generale iraniano  era responsabile della morte di centinaia di americani e del ferimento di alcune migliaia, era responsabile di attacchi all’ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad e, stava mettendo a punto attentati, contro diplomatici americani e personale in servizio in Iraq. Gli Stati Uniti continueranno  a prendere decisioni necessarie per tutelare la nostra gente e i nostri interessi nel mondo”. La Farnesina, in una nota sugli ultimi sviluppi  della situazione in Iraq, definita molto preoccupante, precisa:” Abbiamo assistito ad una pericolosa escalation culminata  con l’uccisione del generale iraniano Soleimani. L’Italia lancia un forte appello  perchè si agisca con mo derazione  e responsabilità, mantenendo aperti i canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de- escalation e la stabilità”. L’Italia, con questa nota, prende le distanze dagli Stati Uniti che hanno eliminato, il generale che per loro, era responsabile della morte e ferimento di molti americani, dislocati in Iraq. E nel contempo è anche un invito, al governo iraniano degli ayatollah, di essere cauto per evitare che, l’intero Medio Oriente possa incendiarsi, per una serie di alleanze e di patti sottoscritti. La nota della Farnesina non mette in evidenza, un’altra preoccupazione che giunge, da un Paese Nato importante, come la Turchia. Il Presidente Erdogan aveva deciso l’invio di truppe di terra, senza escludere marina e aviazione in Libia, in appoggio all’unico governo riconosciuto dall’Onu di cui è leader Serraj. E il Parlamento, all’unanimità, ha dato il via libera alla spedizione militare. Questa decisione ha una precisa collocazione: la Turchia punta a controllare il centro Mediterraneo, nonostante l’irritazione dell’Egitto e degli Emirati Arabi che, da sempre aiutano il generale Haftar, e a scalzare da Tripoli Serraj, forse con l’intento di dividere la Libia in due Stati. Anche la Russia era dalla parte di Haftar  ma,se il Presidente Erdogan si è mosso così pesantemente, senza nessun altolà di Putin che ha già suoi uomini in Libia, sia pure solo con tiratori scelti, per costringere Serraj a capitolare, qualche tipo di accordo, tra Russia e Turchia, è stato raggiunto. Tensioni crescenti anche davanti alle nostre coste da parte di un Paese alleato nella Nato, organizzazione militare che, stando ai fatti, sta cominciando a vacillare.

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