La Conferenza di Berlino, prevista per domenica prossima, rischia l’insuccesso per i fatti che sono accaduti nelle ultime ore. Non c’è nessun accordo, nemmeno in embrione, tra Sarraj, capo del governo riconosciuto dall’ONU, con il generale Haftar, l’uomo forte della Cirenaica. Inoltre, nonostante la tregua, è stata bombardata, dai sostenitori del generale, Egitto e Arabi Uniti, Tripoli. Inoltre lo stesso Haftar ha inviato una missiva a Mosca, confermata dalla Tass, dove si afferma che, dopo Berlino parteciperebbe molto volentieri, ad un summit sulla Libia da tenersi nella capitale russa. Il fatto inconsueto è che la lettera, indirizzata al Presidente Putin, viene definito:” Caro amico”. Non ci sarebbe da meravigliarsi se Sarraj disertasse l’invito della Merkel o lo facesse il generale della Cirenaica. Inoltre a complicare ulteriormente le cose, il Presidente della Turchia, Erdogan, ha confermato che le sue truppe si stanno dislocando nelle aree controllate da Tripoli e che ha già inviato, in Libia, postazioni antiaeree e anti missili. A Berlino ci sarà sicuramente, il Presidente russo Putin e il segretario di Stato americano Pompeo. Ignorato dai turchi l’appello, lanciato dal Premier italiano Conte, ieri ad Algeri, di non inviare soldati ed armi in Libia per aiutare, questo Paese, a trovare una stabilità che manca da anni. Molto probabilmente, la diplomazia si è fidata troppo dei sì, che sono arrivati a Berlino, tanto da bruciare i tempi per una Conferenza di pace o, comunque, per avviare un processo su questa linea, unica possibilità per evitare uno scontro frontale, tra Paesi della Regione e non solo, che parteggiano, per Sarraj o Haftar. Le notizie di questa sera, non sono confortanti tanto che fonti del governo di Tripoli, non escludono che Sarraj possa inviare solo, una delegazione del suo governo, e disertare la Conferenza. Per dipanare questa matassa occorrerà, questo si può dedurre, molto lavoro e far preparare, i due leader libici, ad un incontro, dopo che le loro delegazioni avranno maturato il concetto di pace, nel loro stesso interesse, ed in quello del Paese. Troppi “giochi” sono ancora coperti, troppi gli interessi che vanno messi in conto. C’è una sola certezza, almeno fino a questa sera: le truppe turche, continuano ad attestarsi e le batterie contraeree e anti missili, sarebbero già funzionanti. Tutto il resto è avvolto in una fitta cortina fumogena tanto che già si parla, dopo la Conferenza di Berlino, di farne un’altra a Mosca.